Il problema sono gli altri

Il problema sono gli altri

Il problema fondamentale sono sempre gli altri, ovvero come interagire con gli altri senza perderci nel bilancio tra il dare e l’avere, ovvero tra ciò che ci si guadagna e il “prezzo” da pagare.

Un altro aspetto del problema dei rapporti umani è quello della selettività. Ognuno vorrebbe scegliere le persone con cui interagire, preferendo quelle che gli consentono di ottenere il bilancio più favorevole. Siccome la scelta è normalmente libera, ci sono persone molto richieste e persone poco o per nulla richieste, e queste ultime devono rassegnarsi alla solitudine o ad accettare bilanci dare-avere svantaggiosi. D’altra parte le persone più richieste tendono a scegliere rapporti con bilanci molto vantaggiosi per loro; in altre parole, si offrono al prezzo più alto possibile considerato ciò che offre il “mercato”.

Garantire ad ogni essere umano interazioni soddisfacenti sembra impossibile senza una forma di coercizione che obblighi le persone ad interagire con certe altre persone non scegliendole a piacere, ma secondo criteri di giustizia a livello di comunità.

La libertà nella scelta delle persone con cui interagire è dunque inevitabilmente fonte di ingiustizia. Questo non deve meravigliarci, essendo la natura, attraverso l’evoluzionismo, spesso ingiusta e crudele.

Qualcuno obietterà che la mia visione è cinica e non tiene conto di altri fattori, come l’amore, l’altruismo, l’empatia, il senso del dovere, la religione ecc.. All’obiezione rispondo che tutte queste cose non sono fattori assoluti e principi primi, ma dipendono da condizioni psicologiche inconsce, le quali a loro volta rispondono a vari criteri tra cui quelli da me indicati, essendo la psiche costruita attraverso i rapporti sociali e al fine di stabilire i rapporti sociali migliori possibile, come ci insegna George H. Mead in “Mente, sé e società”.

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