La cosa più importante

La cosa più importante

A causa della nostra interdipendenza, la cosa più importante per ognuno di noi è avere buone relazioni con gli altri, e la nostra mente, nella sua parte tipicamente umana (cioè quella che non troviamo in nessun altro animale), serve proprio a questo: ad avere buone relazioni con gli altri, a migliorarle e ad evitare che peggiorino per quanto possibile e conveniente.

Buone relazioni con gli altri: facile a dirsi, difficile a farsi. Perché una “buona relazione” non può essere casuale, disordinata, indisciplinata, libera, ma implica delle regole, cioè un insieme di obblighi e di divieti, ovvero di forme, norme e valori, tutte cose che costituiscono limitazioni della libertà individuale. Infatti, chi non rispetta le regole (cioè le norme, le forme e i valori della convivenza civile) non può interagire pacificamente né costruttivamente con alcun altro. Di conseguenza, se vogliamo avere buone relazioni con gli altri, siamo costretti ad apprendere le regole della convivenza e ad obbedirvi, per cui non siamo liberi di fare o di non fare qualsiasi cosa ci venga in mente.

In altre parole, dal momento che esistono gli altri e che abbiamo bisogno di loro, dobbiamo tener conto del gradimento altrui circa il nostro essere e il nostro fare, e “regolarci” di conseguenza.

Esiste dunque un conflitto strutturale e ineluttabile tra l’esigenza di avere buone relazioni con gli altri e il nostro desiderio (o bisogno) di libertà. Perciò cerchiamo sempre il miglior compromesso, ovvero le relazioni più vantaggiose ai prezzi (in termini di perdita di libertà) più bassi.

Un problema è che le regole di interazione non sono scritte, né sono universali in quanto variano da gruppo a gruppo, da individuo a individuo in uno stesso gruppo, e perfino in uno stesso individuo nel tempo e a seconda delle circostanze.

Un altro problema riguarda la comprensione delle regole e l’onestà nel rispettarle. Infatti, per apprendere e rispettare le regole è necessario un certo grado di intelligenza e di savoir faire, che non tutti possiedono. Oltre a ciò, il rispetto delle regole richiede una certo grado di onestà, cioè di senso di responsabilità e una coscienziosità, che non tutti hanno.

Un altro problema ancora riguarda la possibilità di cambiare le regole di convivenza che ci sono state trasmesse dall’educazione, dalle consuetudini e dalle tradizioni, ovvero la possibilità di negoziare nuove regole sia liberamente e creativamente tra due persone, sia a livello di comunità.

Ci sono dunque problemi di definizione, di interpretazione, di evoluzione, di negoziazione e di applicazione (cioè di rispetto) delle regole di convivenza.

Con chi abbiamo bisogno di interagire? Con chi non possiamo evitare di interagire? Come possiamo evitare di interagire con le persone con cui non ci interessa interagire? Come interagiremo con le persone che incontreremo? Cosa diremo? Cosa nasconderemo? Cosa potremo fare? Cosa dovremo evitare di fare? Con quali regole gli altri sono disposti a interagire con noi? Con quali regolo noi siamo disposti ad interagire con gli altri? Quali regole possiamo negoziare? Quali sono i margini di negoziazione? Queste sono alcune delle domande a cui le menti umane (nelle loro parti consce e inconsce) sono chiamate a rispondere. Questa è infatti la loro funzione principale, la loro “ragione” di esistere. 

Purtroppo le risposte alle suddette domande sono complesse e diverse per ogni persona con cui potremmo interagire. E purtroppo, nonostante la sua enorme e assoluta importanza, e la sua difficoltà, questa problematica è poco trattata, sia a livello scientifico/filosofico, sia a livello di cultura popolare. 

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