Sulla (non) libertà di amare e di odiare

Sulla (non) libertà di amare e di odiare

Se è vero che amore e odio sono sentimenti, e in quanto tali involontari, ne consegue che non siamo liberi di amare o di odiare chi vogliamo. Tutt’al più possiamo agire sulle cause ambientali e psicodinamiche che favoriscono in noi l’amore o l’odio, per esempio attraverso una psicoterapia.

Comunque sia, il fatto di vivere in società limita la nostra libertà di amare e di odiare chi vogliamo, perché siamo giudicati dagli altri anche per ciò (e per chi) amiamo e odiamo.

Infatti, se A odia B e non lo nasconde, B tiene conto di tale odio nel suo comportamento verso A. E’ infatti probabile che B, sentendosi odiato da A, lo odi a sua volta, e cerchi di punirlo in qualche modo per quel sentimento.

Ciò avviene spesso anche in caso di assenza di amore, ovvero in caso di indifferenza affettiva.

Per quanto sopra, chi vive in società è praticamente obbligato a nascondere i suoi sentimenti se questi non sono “politicamente corretti”, e/o a fingerne di “appropriati”, al fine di mantenere buoni rapporti con gli altri. Questi occultamenti e queste simulazioni cominciano in età infantile, e sono così frequenti da diventare automatismi, col risultato che non sappiamo più quali siano i nostri veri sentimenti verso gli altri.

Infine, nelle religioni, odiare Dio (o anche semplicemente non amarlo) è considerato un peccato grave, forse il più grave di tutti, e a causa di ciò nessun credente è libero di odiare Dio o di non amarlo, pena un castigo illimitato e inesorabile.

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