Come io vedo il mondo

Come io vedo il mondo

Io penso che la visione del mondo di una persona sia una costruzione della sua coscienza, che io chiamo anche “io cosciente”.

Io divido l’io cosciente in tre parti che interagiscono tra loro e non potrebbero esistere l’una senza le altre: la parte cognitiva, la parte emotiva (o sentimentale) e la parte motiva (o motivazionale). La parte cognitiva ci permette di conoscere, memorizzare e riconoscere forme, idee, oggetti e loro concatenazioni; la parte emotiva ci fa provare piaceri e dolori di vario tipo e di varia intensità associati a certe percezioni; la parte motiva ci fa volere, desiderare e scegliere cose che aumentano i nostri piaceri e riducono i nostri dolori, o promettono di farlo.

Il piacere e il dolore (nelle loro varie forme più o meno materiali o ideali) sono le cose più reali (forse le uniche certamente reali) in quanto sentimenti che proviamo direttamente e immediatamente. Infatti chi prova un pacere o un dolore lo prova realmente, non si illude di provarlo, anche se quel sentimento può essere causato da idee di cose immaginarie e inesistenti come spiriti o divinità.

I piaceri e i dolori sono legati rispettivamente alla soddisfazione e all’insoddisfazione di bisogni e di desideri, sia innati che acquisiti.

Al di fuori dei sentimenti, tutto ciò che percepiamo consiste in informazioni, cioè comunicazioni, trasformazioni, elaborazioni, supposizioni, ricordi parziali e deformati, e astrazioni (a vari livelli) di fenomeni reali.

In altre parole, noi non percepiamo (né ricordiamo) la realtà in quanto tale, ma riduzioni (cioè mappe) di essa, e una mappa non è il territorio che rappresenta, così come una parola non è la cosa da essa evocata.

Inoltre non possiamo percepire né capire le cose in sé, ma solo le relazioni e le interazioni tra le cose, relazioni e interazioni che sono il risultato di leggi fisiche, del caso e di logiche algoritmiche (consce o inconsce) memorizzate nelle menti degli esseri viventi (piante, animali ed esseri umani). In altre parole, l’unica forma di conoscenza realistica è relazionale, sistemica e sentimentale, non ontologica.

Da un punto di vista logico (non fisico) Io divido il mondo in quattro parti che interagiscono intimamente tra loro:

  • il mio io cosciente (la mia coscienza)
  • il resto del mio corpo
  • gli altri esseri umani
  • il resto del mondo

Le relazioni e interazioni tra queste parti e tra le parti di queste parti sono l’oggetto delle scienze naturali e di quelle umane e sociali, scienze che dovrebbero essere sempre considerate unitariamente e non come specialità separate, perché è impossibile capire le une senza capire le altre.

Come ogni essere umano, non posso fare a meno della cooperazione con altri umani, ma questa è difficile perché gli altri sono disposti a cooperare con me solo a condizione che io mi comporti conformemente a certe forme e a certe modalità, con certi obblighi e certi divieti, secondo i loro bisogni e desideri. Questo limita la mia libertà di comportarmi come più mi piace e mi interessa, e anche di pensare liberamente, perché non si possono nascondere a lungo i propri pensieri.

Per quanto riguarda le relazioni tra esseri umani, mi pare che siano il risultato di quattro tendenze istintive fondamentali: cooperazione, competizione, selezione e imitazione, tendenze spesso ignorate, negate o dissimulate.

Considero gli esseri umani prevalentemente ignoranti, stupidi, falsi e cattivi, chi più, chi meno, e considero la cattiveria un prodotto dell’ignoranza, della stupidità e della falsità, oltre che una pulsione istintiva a sé stante, che dobbiamo tenere a freno per evitare sciagure a livello individuale e sociale.

Purtroppo non conviene dire a una persona che è ignorante, stupida, falsa o cattiva, perché si offenderebbe e reagirebbe aggressivamente. Pertanto viviamo nella paura di giudicare, e di conseguenza rispettiamo la cattiveria, l’ignoranza, la stupidità e la falsità, con tutti i disturbi mentali e i problemi sociali che tale rispetto comporta.

Io sono per il progresso intellettuale, civile e morale, ma questo incontra la dura e a volte aggressiva resistenza di coloro che preferiscono conformarsi al mondo così com’è piuttosto che cercare di migliorarlo, e per giustificare il loro conservatorismo affermano che la società non può essere migliorata.

Per concludere, per me il mondo è un complesso di fenomeni tra loro correlati che causano piaceri e dolori a noi umani e ad altre forme di vita, e che ci costringono a fare delle scelte di comportamento, soprattutto per quanto riguarda i rapporti con gli altri, per massimizzare i piaceri e minimizzare i dolori, propri e altrui. L’obiettivo è ottenere la massima collaborazione e benevolenza da parte degli altri al minimo costo in termini di dolore, fatica, noia, limitazioni della propria libertà e catastrofi naturali e sociali.

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