Il discorso della spiaggia (dedicato ai martiri della satira)

Il discorso della spiaggia (dedicato ai martiri della satira)

Vedendo le folle, il clown scese nella spiaggia e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
Beati coloro che ridono, perché ridere scarica la paura.
Beati coloro che fanno ridere, perché scaricano le paure altrui.
Beati coloro che ridono di sé, perché non vengono derisi dagli altri.
Beati coloro che ridono delle proprie sfortune, perché si mostrano più forti delle sfortune stesse.
Beati coloro che ridono delle proprie paure, perché svelano le paure altrui.
Beati coloro che ridono delle proprie incapacità, perché svelano le incapacità altrui.
Beati coloro che ridono della propria ignoranza, perché svelano l’ignoranza altrui.
Beati coloro coloro che ridono della propria stupidità, perché svelano la stupidità altrui.
Beati coloro che ridono della propria debolezza, perché svelano la debolezza altrui.
Beati coloro che ridono della propria vanità, perché svelano la vanità altrui.
Beati coloro che ridono della propria falsità, perché svelano la falsità altrui.
Beati coloro che ridono dei propri difetti, perché svelano i difetti altrui.
Beati coloro che ridono dei propri errori, perché svelano gli errori altrui.
Beati coloro che ridono dei propri peccati, perché svelano i peccati altrui.
Beati coloro che ridono delle proprie viltà, perché svelano le viltà altrui.
Beati coloro che ridono delle proprie manie, perché svelano le manie altrui.
Beati coloro che ridono delle proprie illusioni, perché svelano le illusioni altrui.
Beati coloro che ridono delle proprie mostruosità, perché svelano le mostruosità altrui.

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