L’uomo e l’altro

L’uomo e l’altro

Per un essere umano, l’altro (inteso come altro agente dello stesso tipo di se stessi) è qualsiasi altra persona vivente, l’Altro generalizzato (terrorizzato da G. H. Mead), e Dio (come super-agente immaginario interiorizzato).

In tutti e tre i casi l’altro è percepito come un agente (dotato di volontà e di poteri reali) con cui il soggetto può e/o deve interagire, e dalle interazioni con il quale dipende il proprio benessere e malessere, vale a dire la soddisfazione e la frustrazione dei propri bisogni.

La mente umana (conscia e inconscia) serve a stabilire e a gestire le modalità ottimali di interazione con l’altro in tutte le sue possibili manifestazioni e circostanze.

La migliore strategia di interazione con l’altro consiste (per la mente inconscia) nell’ottenere il suo gradimento nei confronti della nostra persona, e, quando il gradimento non può essere ottenuto, nel fare in modo che l’altro sia costretto ad obbedire alle nostre volontà per timore, in caso contrario, di una punizione da parte nostra, di altri, della comunità in generale, o di Dio.

2 commenti

  1. Bruna Iside Giordano

    Non credo di aver compreso la tua domanda
    Ci provo…..a livello inconscio concordo ….l’ essere umano crede nella sudditanza x non incorrere nelle ire di un potenziale Dio o un essere superiore a cui credere o meglio riceverne pace interiore.
    Ora….il se che ha maturato un benessere di conoscenza e serenità interiore x me ( x me )
    Non sente la necessità di una interazione con un essere superiore che gli negherebbe le sue sue certezze raggiunte e incorrere psicologicamente in dubbi.
    Ti ho anticipato non n so se ho capito il quesito .

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