Blog di Bruno Cancellieri (parte 1)
 
Coscienza, pensiero, attenzione, interazione, meditazione, collage mentale, meditazione auditiva

Coscienza, pensiero, attenzione, interazione, meditazione, collage mentale, meditazione auditiva

Nella mia concezione della natura umana, l’io cosciente è la sede della coscienza, del pensiero, della percezione di forme, sentimenti ed emozioni, e della volontà. Esso può essere sveglio (cioè attivo), dormiente (cioè inattivo) o trovarsi in uno stato ibrido (cioè semi-attivo ovvero semi-dormiente). L’io cosciente è ciò che resta della psiche se si esclude l’inconscio e i suoi processi, cioè se si esclude il “me” (nella terminologia di William James e George H. Mead).

L’io cosciente rappresenta pertanto una parte molto piccola della psiche, anche se è quella che conosciamo (o ci illudiamo di conoscere) meglio. E’ la parte cognitiva o conscia della psiche, che, per dimensione, equivale metaforicamente alla punta di un iceberg la cui la parte sommersa è costituita dall’inconscio,

L’io cosciente è molto limitato nel senso che è possibile essere coscienti (cioè consapevoli) solo di poche cose alla volta (suppongo una o due, per la maggior parte delle persone).

L’attenzione è la facoltà di dirigere e concentrare la coscienza, il pensiero e la percezione sensoriale su un particolare oggetto o idea. Non c’è attività pensante che non sia connotata dall’attenzione verso qualcosa, che può variare momento per momento.

Chi o cosa determina la direzione o l’oggetto verso cui rivolgere l’attenzione? Normalmente lo determina automaticamente l’ambiente esterno, mediante gli stimoli che esso invia alla coscienza attraverso i cinque sensi quando il soggetto interagisce con qualcuno o qualcosa. Una persona può tuttavia, entro certi limiti, rivolgere volontariamente l’attenzione in direzioni diverse da quelle che sarebbero scelte involontariamente e automaticamente. Ciò è possibile se il soggetto non è impegnato in una interazione con altre persone o cose, cioè quando è fermo, in silenzio, e preferibilmente con gli occhi chiusi, come durante una meditazione.

La meditazione, di qualunque tipo, è infatti una tecnica di controllo volontario dell’attenzione, che viene diretta vero oggetti concreti o astratti predefiniti, come parti del proprio corpo, immagini mentali, fantasie, pensieri o idee particolari. La meditazione può essere basata sulla ripetizione mentale di formule verbali o l’osservazione di immagini di valore simbolico, oppure sull’ascolto di direttive verbali pronunciate da un facilitatore umano o da un riproduttore automatico di suoni.

Una particolare forma di meditazione su cui ho fatto esperimenti su di me, consiste nel creare, all’interno di una cornice immaginaria, un collage mentale  di immagini e/o parole opportunamente scelte, in modo da ottenere una visione sinottica immaginaria di elementi conflittuali allo scopo di conciliarli e armonizzarli.

Un’altra forma di meditazione che ho sperimentato su di me con l’aiuto di un computer programmato allo scopo, consiste nell’ascoltare una sequenza di frasi prodotte mediante sintesi vocale, estratte a caso da una lista di testi opportunamente preparata. Questa tecnica, che io chiamo meditazione auditiva, a differenza del collage mentale sopra menzionato, non richiede sforzi da parte del fruitore e può essere completamente automatizzata, Per questi motivi essa è particolarmente efficace da un punto di vista terapeutico, ma anche pericolosa se praticata troppo spesso o troppo a lungo e senza la supervisione di uno psicoterapeuta. Infatti i cambiamenti indotti da una psicoterapia sono sempre traumatici e dovrebbero essere opportunamente diluiti nel tempo per permettere alla psiche di assorbire gli stress del cambiamento.

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