Autocensura e condivisione
Il processo inconscio di autocensura si pone continuamente queste due domande: quanto e con chi è condivisibile ciò che hai fatto, che stai facendo, e che prevedi di fare? quali cose che dovresti condividere non …
Il processo inconscio di autocensura si pone continuamente queste due domande: quanto e con chi è condivisibile ciò che hai fatto, che stai facendo, e che prevedi di fare? quali cose che dovresti condividere non …
Affinché due persone possano cooperare, esse devono condividere, almeno in parte, una certa visione del mondo.
Prendiamo due persone a caso, e chiediamoci: cosa condividono? Cosa non condividono? Dalle risposte a tali domande possiamo prevedere i possibili rapporti tra tali persone.
La condivisione di beni, idee, opinioni, memorie, conoscenze, gusti, preferenze, obiettivi, interessi, poteri, valori, morale, lingua, religione è indispensabile per evitare l’isolamento sociale.
La condivisione di sentimenti e valutazioni nei confronti di terzi è un importante fattore di coesione sociale.
L’uomo tende a combattere, a disprezzare, o a ignorare tutto ciò che non può condividere.
Tutto ciò che ci unisce è buono, non in sé, ma in quanto fattore di condivisione.
L’azione del condividere ha più valore della cosa condivisa, che può essere anche del tutto inutile o perfino dannosa.
I valori sono sempre soggettivi e relativi, mai assoluti, né oggettivi. Tuttavia essi possono essere più o meno condivisi tra persone più o meno numerose.
Qualsiasi cosa, se può essere condivisa con altri, può costituire un mezzo per diminuire la propria solitudine.
La condivisione di certe credenze e di certe autorità intellettuali, etiche ed estetiche costituisce un importante fattore di coesione sociale.
Di un oggetto si può desiderare il possesso esclusivo o la condivisione con altri.