Caro interlocutore incompreso,
se non ti capisco non è colpa mia, e mi offendo se pensi che ciò sia dovuto ad una mia cattiva volontà, ad un mio non voler ascoltare, non voler capire, non interessarmi al pensiero e ai sentimenti tuoi o altrui in generale.
Forse non sono abbastanza intelligente per capirti, forse usiamo vocabolari troppo diversi (quantitativamente e qualitativamente) e diamo alle stesse parole significati diversi.
Oppure forse ti capisco benissimo, ma non condivido la visione del mondo, della vita e dei valori umani a partire dalla quale si sviluppa il tuo pensiero.
Quindi non irritarti, non lamentarti, e rispetta la mia incomprensione come io rispetto la tua.