Come divido il mondo

Come divido il mondo

Io divido il mondo nelle seguenti parti che interagiscono tra loro: io (cioè la mia mente cosciente), la mia mente inconscia, il resto del mio corpo, gli altri, il resto del mondo. Ognuna di queste parti è costituita da parti subordinate che interagiscono tra loro. Su questa divisione si basa la mia filosofia/psicologia.

Un commento

  1. MODO DI ESSERE DI CIASCUN INDIVIDUO E SUO RAPPORTO CON LE COSE IN CUI CREDE EFEETTIVAMENTE:
    Penso che vi sia un legame molto stretto tra il grado di coscienza di sé stesso di ciascun individuo e ciò in cui crede effettivamente.
    Personalmente, credo nella capacità degli esseri umani di raggiungere una completa libertà e giustizia sociale, premessa indispensabile per realizzare una piena emancipazione umana, premessa, a sua volta, di una felicità autentica, intesa come autorealizzazione ed autosoddisfazione, essendo la felicità autentica: la realizzazione della piena autonomia da un certo tipo di influenze esterne. Occorre capirsi sul significato di tale concetto di autonomia. Appare evidente come ogni individuo sia soggetto ad infinite influenze esterne: a partire dal luogo in cui si nasce, il tempo in cui si nasce, la famiglia in cui si nasce, il tempo che passa (con i problemi dell’invecchiamento) e con l’alternarsi del giorno e della notte (con i problemi di insonnia o di sonnolenza, di fretta o di noia), le condizioni meteorologiche (con la relativa influenza meteorologica sull’umore degli individui più sensibili, quando non sia meteoropatia, per non parlare dei fenomeni disastrosi di ordine meteorologico), i disastri di tipo tellurico (cui sono particolarmente esposti alcuni luoghi geografici), l’alimentazione (con i problemi di: rarità od abbondanza di alimenti e la problematica della bulimia, od anoressia), la salute (con i malesseri e le malattie, cui si è sottomessi, quando non si sia artefici, o corresponsabili, dei propri malanni), la morte dei propri cari ed, infine, la propria morte. Appare evidente come da questi tipi di influenze esterne ogni individuo (e l’umanità, in genere) abbia scarsa possibilità di emanciparsi totalmente, se non con il realizzarsi di un progresso scientifico oggi ancora inimmaginabile.
    Vi è, poi, l’influenza che la realtà sociale esercita su ogni individuo e sui popoli. A tale riguardo credo che la realtà sociale storicamente costituitasi non sia determinata dagli individui, dai governanti (o dai “poteri forti”) ma che, al contrario, tale realtà, si sia costituita nella notte dei tempi sulla base di archetipi adottati in modo del tutto inconsapevole, e sia questa a determinare, in modo pressoché totale, la vita degli individui e dei popoli, con un’evoluzione che dipende dalla proprie essenza e non dalla volontà: dei popoli o dei governanti oppure dei cosiddetti “poteri forti od occulti”. Tale concezione è del tutto contrastante con le teorie e le analisi che vanno, attualmente, per la maggiore nelle università e nelle accademie, sebbene tale liberazione sia la finalità dichiarata da tutte le religioni e ideologie sociopolitiche, alcune delle quali riconoscono (magari del tutto implicitamente) la potenziale razionalità degli esseri umani. Se il perseguimento effettivo del superamento della realtà storica fondata su strutture di tipo statuale si rivelerà un obiettivo fondato, applicando il progetto di un modello di organizzazione sociale che sia realmente alternativo, si dimostrerà come la liberazione da un modello di organizzazione sociale del tutto estranea e conflittuale con la natura umana sia quanto di meglio un essere umano possa proporsi, poiché apparirà del tutto coerente con il bisogno più autentico di ogni essere umano. Definirei questo “credo” come una fede razionale (oltreché una grande speranza), che distinguo nettamente dalle varie fedi irrazionali, connesse alle credenze derivanti da tutte le articolazioni della cultura dominante e di tutte le sottoculture note.

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