Abortire è immorale?

Abortire è immorale?

Per poter rispondere alla domanda se l’aborto sia immorale, dovremmo prima di tutto avere le idee chiare su cosa sia immorale in generale. Quindi partirei da qui.

Se consideriamo l’etica una convenzione, allora è etico (all’interno di una certa comunità) ciò che la maggioranza della comunità stessa conviene che sia etico. E questo si applicherebbe anche all’aborto. E’ quanto avviene negli USA anche dopo la recente sentenza della corte suprema.

Secondo il principio etico di Kant (“agisci in modo che la massima della tua azione possa diventare una legge universale”.) l’aborto è moralmente lecito, poiché se tutti lo praticassero universalmente, non ci sarebbero conseguenze negative per il funzionamento della società e il benessere della gente in generale.

Se l’etica è un fatto religioso, allora è la religione che stabilisce ciò che sia immorale, ma sarebbe un giudizio senza valore per chi non è seguace della religione giudicante.

Se l’etica non è fondata su principi razionali, religiosi o politici, allora essa è probabilmente fondata su basi emotive, vale a dire che ognuno ritiene immorale ciò che lo turba, ma il turbamento è soggettivo.

Il problema dell’aborto da un punto di vista etico va considerato su due piani:

  • In primo luogo, va stabilito se la pratica dell’aborto sia immortale nei confronti del feto, ovvero sia una violazione dei diritti del feto, ovvero un male fatto al feto, ammesso che il feto sia in grado di provare dolore.
  • In secondo luogo, e solo nel caso in cui si consideri la pratica dell’aborto immorale, va stabilito se una donna che abbia praticato l’aborto debba essere punita. In altre parole va stabilito quali immoralità siano consentite e quali debbano essere represse mediante punizioni.

Io sono personalmente favorevole alla non punibilità di chi abortisce, e credo che l’aborto debba essere considerato un fatto privato. Credo anche che ognuno debba stabilire da sé se l’aborto sia immorale o pure no, e solo per se stesso.

Per quanto riguarda il presunto diritto naturale del feto a nascere, non credo che tale diritto esista. I diritti o vengono sanciti da leggi o vengono affermati dagli interessati. Nel caso del feto non credo che esso abbia alcuna idea sulla propria esistenza come individuo, né sia in grado di affermare qualche diritto.

Infine, ammesso che il feto entro un certo tempo dal concepimento provi sofferenza fisica (solo fisica, dato che la sua mente non è ancora sviluppata abbastanza per capire la sua situazione e provare dolori mentali) occorre confrontare (in intensità e durata) i dolori fisici provati dal feto a causa della propria morte violenta, e i dolori (fisici e mentali) che la sua nascita potrebbe provocare alla madre, ad altri familiari e a se stesso.

Chiudo con una domanda: che differenza c’è tra il feto di una scimmia e quello di un essere umano?

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