Il testo che segue riassume una mia ipotesi sulla natura degli esseri viventi, compreso l’Uomo, al fine di una definizione della saggezza.
Ogni essere vivente è costituito da una certa quantità di vettori vitali, o biovettori (bv), cioè organi portatori di vita. I bv sono tra loro interconnessi, intercomunicanti, interagenti e collaboranti (chimicamente ed elettricamente) al fine di permettere la vita propria e quella dell’organismo di cui sono parte integrante.
I bv sono organizzati a vari livelli, dalla cellula (o parte di essa) a organi pluricellulari più o meno complessi. In altre parole, un bv può essere costituito da un certo numero di bv di livello più basso e fa parte di un bv di livello più alto.
Tra le caratteristiche dei bv ci sono i bisogni, i quali consistono in sostanze, energie, informazioni e interazioni con altri bv o con l’ambiente, di cui un bv ha bisogno per svolgere la propria funzione vitale, cioè per sopravvivere e funzionare singolarmente, autonomamente, e per contribuire alla sopravvivenza e al funzionamento dell’organismo di cui fa parte.
Quando uno o più bisogni di un bv non vengono soddisfatti oltre una certa misura, si crea una situazione di disturbo del bv stesso, dei bv di cui esso fa parte e dei bv che lo costituiscono. Alcuni bv producono dolore o piacere quando un loro bisogno viene frustrato o soddisfatto. Piacere e dolore sono informazioni chimiche ed elettriche gestite da appositi bv che hanno la capacità di attivare o inibire altri bv in modo da minimizzare il dolore e massimizzare il piacere.
Anche l’io cosciente, sede della consapevolezza e della volontà, è un bv, ed è costituito a sua volta da un certo numero di bv. Ogni bv ha un certo numero di bisogni. Non esistono bv senza bisogni. In generale ogni bv ha bisogno di sopravvivere e di funzionare secondo la propria missione geneticamente determinata.
I tumori sono biovettori “impazziti” in quanto, anziché contribuire alla sopravvivenza e al funzionamento dell’organismo di cui sono parte, tentano di distruggerlo.
Un bv è costituito da hardware (cioè la parte materiale) e/o software (cioè la parte informativa), può essere congenito o formato o modificato durante la vita dell’individuo. Mentre l’hardware del bv è costruito secondo regole genetiche, il suo software si forma in base alle interazioni esperite durante la vita, specialmente in età evolutiva.
Mentre l’hardware di un bv è per definizione “giusto” e non modificabile se non chirurgicamente, il suo software può essere più o meno “giusto” ed è modificabile in una certa misura attraverso nuove esperienze e interazioni. Il software di un bv può essere considerato tumorale, o comunque malato, quando, anziché contribuire alla sopravvivenza e al funzionamento dell’individuo in cui opera, lo danneggia.
La saggezza, che secondo me dovrebbe essere l’oggetto e il fine della fiolosofia, consiste nel riconoscere l’esistenza e l’attività autonoma dei bv propri e altrui, e nel cercare di soddisfare i loro “giusti” bisogni in modo ottimale, a livello sia individuale che sociale, cioè proponendo e/o accettando compromessi tra le esigenze proprie e quelle altrui. In questo la saggezza è aiutata dalle scienze, dalle emozioni, dai sentimenti e soprattutto dalla cognizione e del piacere e del dolore proprio e altrui.