Ho notato che tutte le religioni e le filosofie spiritualiste aspirano ad una collettivizzazione delle proprie credenze, fino al punto che la comunanza della credenza è per i credenti ancora più importante della credenza stessa. Infatti il credente soffre per il fatto che qualcuno non condivida la sua credenza, e cercano di convertirlo se possibile. Quando si rendono conto che una conversione è impossibile, rinunciano ad un ulteriore proselitismo e considerano il non credente un minus habens e un potenziale o effettivo nemico.