In ogni insegnamento c’è un conflitto di interessi. Il prete, il filosofo, lo psicologo, il maestro, il politico, il genitore e chiunque cerchi di insegnare ad altri la propria visione del mondo, ne trae sempre un vantaggio perché in quella visione la sua persona ha normalmente un ruolo buono, giusto, utile e soprattutto degno e meritevole di avere un certo potere e privilegio sugli altri. Difficilmente qualcuno insegna ad altri una visione in cui la propria persona risulti inutile, colpevole, indegna, spregevole, miserabile, falsa o insignificante.
Di conseguenza, quando ascoltiamo o leggiamo qualcuno, non dimentichiamo mai che chi parla è in conflitto di interessi e quello che dice non può essere obiettivo né imparziale. Ognuno cerca implicitamente e indirettamente di convincere gli altri (e se stesso) di essere buono e giusto, e la verità che cerca di affermare è sempre coerente con tale presunzione fondamentale.