Si tratta di un gioco di società a cui possono partecipare da due a 10-15 persone. Esso prevede che, a turno, un partecipante ponga una qualsiasi domanda ad uno o più altri partecipanti a sua scelta, oppure a tutto il gruppo. Se la domanda è rivolta ad uno o più partecipanti particolari, ciascuno di essi può rispondere se lo desidera, oppure rifiutarsi di farlo. Se la domanda è rivolta a tutto il gruppo, tutti quelli che lo desiderano possono rispondere, a turno.
Le domande possono riguardare fatti, idee, opinioni e sentimenti personali, oppure argomenti di interesse generale. Per esempio, un partecipante può chiedere consigli relativamente a suoi problemi o progetti, oppure chiedere le opinioni altrui su un determinato argomento o fare domande sui fatti personali di un partecipante particolare.
Non è ammesso dire cose che non siano né domande né risposte.
E’ vietato dare giudizi di valore sulle persone o dibattere sulla validità dei punti di vista propri e altrui. Si possono esprimere opinioni soltanto su richiesta.
Le domande dovrebbero essere “aperte”, cioè non richiedere una risposta chiusa (come ad esempio un sì o un no, oppure la scelta tra opzioni predefinite oppure un numero), ma l’espressione di un pensiero completamente libero.
Le risposte non dovrebbero durare più di due-tre minuti.
All’inizio del gioco viene nominato un moderatore il cui ruolo principale è quello di invitare, a turno, i partecipanti a fare domande e a rispondere. Esso deve inoltre intervenire per censurare il mancato rispetto delle regole o comportamenti non pertinenti o disturbanti da parte di qualcuno. Il moderatore deve anche evitare che qualcuno monopolizzi il gioco, e fare in modo che tutti i partecipanti abbiano la possibilità di porre domande e di rispondere a domande altrui, compatibilmente col tempo a disposizione. Infine, deve incoraggiare le persone più timide o taciturne a partecipare attivamente al gioco.
Variante 1: domande a tema libero
In questa variante le domande possono essere relative a qualunque tema a scelta dell’interrogante. Il tema può essere diverso per ogni domanda ed è consentito fare più domande sullo stesso tema .
Variante 2: domande a tema predefinito
In questa variante, all’inizio del gioco, i partecipanti scelgono a maggioranza un tema di comune interesse e in seguito sono ammesse solo domande pertinenti con tale tema. In qualunque momento la maggioranza dei partecipanti potrà decidere di cambiare tema.
Scopo del gioco
Questo gioco serve ad educare e allenare le persone a comunicare in modo più significativo, creativo, libero, profondo, originale, coraggioso e al di fuori di schemi precostituiti.
Serve anche ad educare le persone ad interessarsi dei pensieri altrui, ad evitare dibattiti inconcludenti e a dire solo cose che interessano sicuramente l’interlocutore, Infatti,
- fare una domanda a qualcuno è una dimostrazione di rispetto e interesse verso l’interrogato
- l’interrogato ha la possibilità di esprimere informazioni, idee o opinioni sapendo che esse interessano l’interlocutore, e che difficilmente direbbe a qualcuno senza essere sollecitato a farlo
- l’interrogato non ha bisogno di difendersi da critiche o obiezioni dato che queste non sono ammesse
- l’interrogante ottiene solo informazioni di suo interesse
A seconda della personalità, delle motivazioni e dell’umore dei partecipanti, il gioco può avere effetti ludici, informativi, istruttivi, socializzanti, psicoterapeutici ecc. In ogni caso esso permette ai partecipanti di allenarsi a socializzare, a mettere in discussione qualsiasi cosa (a cominciare da se stessi), ad aprirsi agli altri e a prendere in considerazione le idee, i punti di vista e i sentimenti altrui.
Importanza delle domande
Fare una domanda aperta e non retorica presuppone che non si conosca già la risposta e che si è aperti ad apprendere qualcosa di nuovo. Non fare mai domande significa credere di sapere già tutto ciò che è importante sapere.
Ma non fare domande può anche essere la scelta prudente di chi preferisce non comunicare in modo profondo per non mettere a nudo le proprie carenze intellettuali, morali e sentimentali, e per evitare che l’altro scopra che non siamo così sani e normali come cerchiamo di apparire.
Nel mondo circolano troppe risposte preconfezionate a domande che nessuno fa, e poche genuine domande in cerca di risposta, specialmente per ciò che riguarda i fatti umani.
Viviamo in una società solo apparentemente libera, dove le persone non osano interagire in modo creativo, fuori dagli schemi, né mettere in discussione i luoghi comuni. Si teme di apparire strani, disadattati o ipodotati.
La “normalità” resta un culto al quale si sacrifica la creatività e la libera iniziativa. Si confonde la normalità con la salute mentale e si spendono enormi energie per apparire normali.. Perciò le persone evitano normalmente di fare domande (agli altri e a se stessi) a meno che non ci siano le condizioni esterne per cui ci si aspetta che vengano fatte domande di un certo tipo. Il senso dell’opportunità e il “bon ton” sono tiranni invisibili che vietano di porre domande che possano, a ragione o a torto, essere considerate indiscrete, inappropriate o impertinenti.
Questo gioco, rendendo lecito, anzi, richiesto, porre domande, può aiutare ad aprirsi e a comunicare al di fuori delle gabbie mentali in cui normalmente si abita.