Il fatto di credere in certe narrazioni (vale a dire il fatto di essere certi che certe narrazioni corrispondano a fatti reali) influenza il comportamento del credente, specialmente per quanto riguarda la religione.
Ad esempio chi crede senza dubbi che Cristo sia realmente risorto e che siede alla destra di Dio (il fondamento del cristianesimo) si comporta in modo diverso da chi non ci crede, sia verso gli altri umani in generale, sia verso il clero che diffonde tale narrazione.
In altre parole, dal fatto di credere o di non credere in certe narrazioni dipendono le proprie opzioni di comportamento e quindi la propria libertà in senso etico.
Credere a una cera cosa significa acquisirla mentalmente. Quella credenza costituistce pertanto una modifica della propria mente che dal momento in cui si è insinuata nella mente stessa produce certi effetti.
Ogni credenza “manipola” la mente, la sviluppa in una certa direzione, come succede con ogni esperienza. La differenza tra un’esperienza e una credenza è che l’esperienza è diretta, la credenza indiretta e quindi meno affidabile.
Per quanto sopra, considero il clero pericoloso per la libertà e la salute mentale delle persone inclini a credere alle loro narrazioni.