L’uso del termine “condivisione” nel contesto di Internet, e in particolare in quello dei social network, è illusorio in quanto lascia intendere che pubblicando (“postando”) qualcosa (testi, immagini video, suoni) in una pagina web stiamo condividendo qualcosa con qualcuno, o con il mondo intero.
In realtà pubblicare qualcosa in Internet costituisce solo una “proposta” di condivisione, cioè una domanda, un’offerta, o una speranza di condivisione, che altri potrebbero accettare, ignorare o rifiutare esplicitamente.
Tuttavia continuiamo a postare contenuti online perché l’illusione di condividere ci fa star bene per qualche momento, fino a quando apparirà chiaro che nessuno è realmente interessato a condividere, cioè ad apprezzare, a copiare, a farsi influenzare da ciò che abbiamo pubblicato, e a unirsi a noi operativamente o affettivamente per effetto di quella condivisione.
Peraltro, un “like” a un nostro post potrebbe essere solo un gesto di cortesia superficiale, privo di qualsiasi vero significato di condivisione e di impegno, o essere frutto di un malinteso di quanto abbiamo postato.
Ovviamente ciò che ho scritto vale anche per il presente articolo.
Una proposta di condivisione (come un post in un social network) è un tentativo di diminuire la propria solitudine o il proprio isolamento materiale o morale, o un tentativo di trovare alleati o seguaci per un proprio progetto o per il proprio atteggiamento verso la società.
La vera condivisione di qualcosa si ha solo quando intorno ad essa si realizza una reale solidarietà, ovvero un comune comportamento che mira a un certo cambiamento sociale, o al mantenimento di una certa situazione, e la messa in comune di risorse a tale fine.
