La ricerca del potere sull’uomo da parte dell’uomo si esercita nei modi più diversi, e spesso in modi mistificati o nascosti, dato che la nostra cultura considera la ricerca del potere sugli altri una cosa immorale e politicamente scorretta. Infatti è rarissimo che qualcuno ammetta di cercare il potere in famiglia, nell’ambiente di lavoro, in politica ecc.
In realtà, dietro la maggior parte delle azioni umane che non siano motivate da bisogni fisiologici o geneticamente determinati si nasconde la motivazione ad aumentare o difendere i propri poteri sugli altri laddove ciò sia possibile, e ad evitare che altri esercitino un potere non gradito su di sé.
Infatti la cultura in cui viviamo nasconde una struttura capillare di distribuzione del potere interpersonale a tutti i livelli di aggregazione sociale.
Il potere non è mai fine a se stesso dato che facilita la soddisfazione di bisogni e desideri in quanto influenza la disponibilità altrui a cooperare secondo i propri desideri.
Nell’interazione tra due esseri umani ognuno esercita un certo potere, più o meno grande, sull’interlocutore, in forma diretta o indiretta, cioè mediante terzi (individui o istituzioni).
I poteri interpersonali possono riguardare diversi contesti e diversi campi di competizione: intellettuale, morale, estetico, politico, economico, religioso ecc.
Tra i diversi tipi di poteri interpersonali, abbiamo il potere di obbligare gli altri a cooperare, il potere di cooperare o di negare la cooperazione, il potere di competere, il potere di selezionare gli altri, e il potere di imitare gli altri, cioè di copiare i loro comportamenti e i loro prodotti.
Io chiamo “micropotere” il potere che un individuo esercita su pochi altri individui separatamente; “macropotere” il potere che un individuo esercita su masse di altri individui o collettività; e “criptopotere” il potere (micro o macro) che viene esercitato in modo nascosto o dissimulato.