Il comportamento di un essere umano, quando non è volontariamente casuale, segue certe logiche consce e/o inconsce. Le logiche di comportamento consistono nella riproduzione (copia, imitazione, ripetizione) di certi modelli di comportamento appresi dal soggetto in qualche fase della sua vita.
I modelli di comportamento costituiscono strategie di soddisfazione dei bisogni, nel senso che attraverso la loro riproduzione, e solo attraverso essa, l’individuo riesce a soddisfare i propri bisogni ottenendo la necessaria cooperazione da parte degli altri.
L’uomo apprende spontaneamente modelli di comportamento, per un bisogno di imitazione geneticamente determinato. Infatti la vita sociale non sarebbe possibile senza l’apprendimento e la riproduzione di modelli.
Un individuo non copia direttamente il comportamento di altri individui, ma lo fa indirettamente e inconsciamente, attraverso modelli che il soggetto costruisce nella propria mente osservando il comportamento altrui.
Da bambini siamo premiati quando riproduciamo i modelli desiderati dai nostri educatori, puniti quando non li riproduciamo o non lo facciamo abbastanza fedelmente. In tal modo apprendiamo una quantità di modelli di comportamento a cui attribuiamo valori che dipendono dalla cultura in cui siamo stati educati.
Ogni essere umano riproduce continuamente (consciamente o inconsciamente) modelli di comportamento che sono al tempo stesso modelli di interazione, di partecipazione, di integrazione sociale e di pensiero.
Comportamenti, azioni, gesti, pensieri che non seguano qualche modello socialmente condiviso sono possibili, ma molto rari e difficili da attuare in quanto richiedono uno sforzo di volontà e di autocontrollo in tal senso. D’altra parte, l’apprendimento umano è basato sull’imitazione di modelli e tutto ciò che abbiamo appreso è parte di modelli.
Ad ogni transazione sociale viene attribuito un significato facendo riferimento a qualche modello condiviso. Quando non si trova un modello corrispondente, la transazione viene percepita come strana o violenta.
I mass media presentano modelli di comportamento pronti da riprodurre, da imitare, da indossare, con ruoli predefiniti da assumere, che promettono una soddisfacente partecipazione sociale e/o la soddisfazione di bisogni individuali
Siamo talmente dipendenti dai modelli di comportamento, che abbiamo una preoccupazione strutturale a tale riguardo. Viviamo sempre, consciamente o inconsciamente, nel timore che stiamo riproducendo modelli sbagliati, che non stiamo riproducendo abbastanza bene i modelli che abbiamo adottato o che non stiamo riproducendo alcun modello. In altre parole, abbiamo paura di non aver appreso modelli condivisi, o di non averli appresi abbastanza bene, o di non essere capaci di riprodurli abbastanza bene.
Quando il nostro grado di imitazione di un certo modello (cioè la nostra performance quantitativa e qualitativa rispetto alla sua riproduzione) è sotto una certa soglia, si genera in noi un’ansia e una motivazione a migliorare la riproduzione del modello stesso. L’ansia si genera anche quando non sono ben definiti i modelli da imitare. Quando invece abbiamo la sensazione di aver riprodotto abbastanza bene i nostri modelli preferiti, proviamo soddisfazione, gioia e un senso di sicurezza.
Suppongo che nella psiche di ogni essere umano vi sia un sistema omeostatico inconscio che sorveglia in ogni momento il grado (quantitativo e qualitativo) di imitazione dei modelli sociali adottati e innesca sentimenti di piacere o dolore per spingere l’individuo, rispettivamente, a mantenere la riproduzione se buona, e a correggerla se cattiva o carente. Dato che questa omeostasi fa leva sui sentimenti, mi piace chiamarla omeostasi sentimentale.
L’omeostasi sentimentale sopra descritta (che io chiamo “mimetica”) non è l’unico processo che regola il comportamento dell’individuo. Infatti essa è affiancata da un’omeostasi (anch’essa sentimentale) di livello funzionale più alto, che sorveglia la soddisfazione di tutti i bisogni e che innesca sentimenti piacevoli quando i bisogni vengono soddisfatti, spiacevoli quando sono insoddisfatti. Userò l’aggettivo motivazionale per distinguere questa omeostasi da quella mimetica.
L’omeostasi mimetica può essere più o meno coerente o contrastante rispetto a quella motivazionale. Ciò dipende dalla misura in cui un certo modello di comportamento è in grado di soddisfare i bisogni del soggetto.
A conclusione di quanto sopra, faccio le seguenti considerazioni.
- Dovremmo cercare di conoscere le caratteristiche generali dei modelli di comportamento nostri e altrui piuttosto che aspetti di dettaglio o particolari degli stessi.
- Dovremmo chiederci in quale misura i modelli di comportamento nostri e altrui soddisfano i bisogni nostri e altrui.
- Un modello di comportamento può essere modificato a livello individuale mediante una psicoterapia o un processo di automiglioramento, a livello sociale mediante una negoziazione esplicita delle modifiche in modo da migliorare la soddisfazione dei bisogni degli interessati.
- Se vogliamo migliorare la società dobbiamo migliorare i modelli di comportamento che regolano le interazioni sociali.