Sin da bambino, e per tutta l’età scolare, l’uomo subisce un’educazione basata sulla premiazione dell’obbedienza e la punizione della disobbedienza nei riguardi delle volontà degli educatori. E’ così che l’uomo impara ad obbedire alle volontà dei suoi simili.
Se due persone hanno volontà antagoniste o incompatibili, un conflitto è inevitabile, a meno che almeno una delle due adatti la sua volontà a quella dell’altra (ovvero obbedisca ad essa). Ciò può avvenire spontaneamente o a seguito di minacce o di violenze.
L’adattamento della volontà di una persona a quella di un’altra si chiama conciliazione.
In assenza di conciliazione, il conflitto può dar luogo ad una ribellione e/o ad una rivoluzione.
La ribellione consiste nella disobbedienza di una persona nei confronti della volontà di un’altra. Conseguenza della ribellione può essere la separazione o l’allontanamento tra le persone, oppure un ridimensionamento delle volontà a cui il ribelle disobbedisce.
La rivoluzione consiste nell’inversione dei ruoli tra comandante e obbediente, cioè nel caso in cui il ribelle riesca a farsi obbedire da colui a cui ha disobbedito.