(Mio intervento al caffè filosofico di Lione il 11/1/2022 sul tema “Perché abbiamo bisogno di una morale?”)
La domanda che costituisce il tema di questa sera presuppone che abbiamo bisogno di una morale. Di questo non sono del tutto certo, se considero che certe persone sembrano comportarsi senza alcuna morale. Prendiamo ad esempio un criminale o un dittatore sanguinario. Hanno forse una morale? Dipende da cosa s’intende per morale.
Il dizionario Larousse online dà, tra gli altri, questi significati alla parola “morale”:
- Insieme di regole di condotta, considerate assolutamente buone o derivate da una certa concezione della vita
- Scienza del giusto e dello sbagliato, teoria del comportamento umano come governato da principi etici.
Nel caso del criminale non credo si possa parlare di morale, ma piuttosto di convenienza occasionale o opportunismo. Il criminale fa ciò che gli conviene, finché gli conviene. Ma forse anche un buon uomo fa ciò che gli conviene, forse gli conviene seguire certe regole morali, e poi vedremo perché.
Direi che la differenza tra un criminale e una persona per bene in termini di convenienza del proprio comportamento è che al primo interessa poco il giudizio altrui, mentre al secondo interessa molto. In effetti credo che la morale consista proprio nella domanda: quali regole occorre rispettare generalmente (cioè come regole di vita) al fine di ottenere un giudizio positivo, cioè una generale approvazione, da parte degli altri?
Potremmo allora modificare la domanda iniziale come segue: perché abbiamo bisogno di essere approvati dagli altri? A questa domanda risponderei in modo molto semplice nel modo seguente: perché siamo interdipendenti, nel senso che per sopravvivere e soddisfare i nostri bisogni abbiamo bisogno della cooperazione di un certo numero di altre persone, e per ottenere tale cooperazione dobbiamo comportarci in modo per gli altri accettabile, dobbiamo essere “approvati” con continuità, dalle persone della cui collaborazione abbiamo bisogno. E tale approvazione la possiamo ottenere solo se gli altri ritengono costantemente “morale” il nostro comportamento (almeno nei loro confronti). Questo è ancor più vero per il fatto che nessuno è obbligato a cooperare con qualcuno e ognuno sceglie i collaboratori che gli sono più congeniali, e ovviamente preferiamo cooperare con persone più affidabili, cioè più morali.