Piacere e dolore dell’adattamento sociale

Piacere e dolore dell’adattamento sociale

La cosa più importante per un essere vivente è l’adattamento al suo ambiente, senza il quale non può sopravvivere né soddisfare i propri bisogni.

Nel caso degli esseri umani, l’adattamento non riguarda solo l’ambiente naturale, ma anche e soprattutto quello sociale, dal momento che nessun umano può sopravvivere né soddisfare i suoi bisogni senza la cooperazione di un certo numero di altri umani.

Possiamo dire dunque che l’uomo “ha bisogno” dell’adattamento tra sé e l’ambiente naturale e sociale in cui vive.

Avendo l’uomo bisogno di adattamento naturale e sociale, è “naturale” che esso provi piacere quando questo adattamento è reale o tende a realizzarsi, e dolore quando questo non è c’è o tende a cessare.

Tuttavia l’adattamento, specialmente quello sociale, per alcuni può avere un costo più o meno sopportabile. Infatti l’adattamento sociale di un individuo implica che questo si manifesti e si comporti in modo accettabile da coloro da cui dipende la propria sopravvivenza e la soddisfazione dei propri bisogni.

Ci sono individui che si adattano agli altri con facilità, altri con difficoltà. Questi ultimi per adattarsi devono fare in certa misura violenza alla propria personalità, cioè devono costringere se stessi ad “essere” come li vogliono gli altri pur essendo diversi, e a nascondere certe loro diversità rispetto a ciò che gli altri si aspettano da loro. Ne consegue che per i primi l’adattamento comporta solo un piacere, mentre per i secondi comporta un dolore che a volte supera il piacere dell’adattamento stesso.

Per concludere, possiamo dire che l’adattamento sociale è per alcuni spontaneo e piacevole,  per altri forzato e doloroso.

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