A mio avviso, i rituali sociali servono a manifestare l’appartenenza (di coloro che li celebrano) ad una stessa comunità e/o ad una certa relazione affettiva.
Il rituali più semplici e più diffusi sono il saluto e lo scambio di auguri in occasione di feste o altre occasioni religiose o laiche. Quando una persona A saluta o augura qualcosa a una persona B, il saluto o l’augurio costituiscono un messaggio implicito da A verso B il cui significato è: ti riconosco come membro della comunità a cui appartengo, e come amico, cioè come persona a cui sono affezionato e con cui desidero interagire e cooperare per il “nostro” bene comune; in sintesi: “ti voglio bene”.
Il messaggio esplicito che il rituale trasmette può essere un augurio di buona salute, di salvezza in senso religioso, di passare gioiosamente un certo periodo di tempo, di avere successo in una certa occasione, ecc. Tuttavia tale messaggio è normalmente trascurabile e trascurato, in quanto i messaggi impliciti “apparteniamo alla stessa comunità”, “ti riconosco come amico”, “ti voglio bene” costituiscono i veri e unici motivi dei rituali.
I rituali legati a feste, specialemente se religiose, possono essere sgradevoli per persone atee, o devote a religioni diverse da quella a cui il rituale si riferisce, o per persone che hanno verso le feste in generale un atteggiamento critico. Infatti certe persone, per coerenza coi propri principi, evitano di celebrare i rituali tradizionali (come ad esempio scambiare auguri di buon Natale o di buon Ferragosto) col rischio di risultare antipatici ai tradizionalisti.
Per certe persone, che possiamo chiamare “antitradizionalisti” (categoria a cui mi onoro di appartenere), le feste tradizionali costituiscono infatti periodi di noia, di tristezza, e di pericolo, in quanto mettono in evidenza le differenze intellettuali e morali tra loro e gli altri, e rischiano di farli passare per arroganti e asociali agli occhi dei tradizionalisti.
Occorre tuttavia riconoscere che i rituali sono utili, se non indispensabili, per mantenere i legami sociali di affetto e di solidarietà tra le persone. Perciò credo che noi antitradizionalisti faremmo bene a inventare e a praticare rituali, ancorché diversi da quelli tradizionali.
Intendo dire che il significato esplicito dei nuovi rituali dovrebbe essere accettabile anche per le persone intellettualmente e moralmente più esigenti, essere adatto al nostro tempo e coincidere con il significato implicito di affetto, e di appartenenza ad una stessa comunità.