Blog di Bruno Cancellieri (parte 1)
 
Sul cosiddetto libero arbitrio

Sul cosiddetto libero arbitrio

In ogni momento, in ogni umano avvengono simultaneamente un gran numero di scelte (ovvero vengono prese decisioni) volontarie e involontarie, consapevoli e inconsapevoli, che influenzano il proprio futuro.

Nessuna di queste scelte è libera, dato che nemmeno la volontà lo è, in quanto è il risultato di scelte involontarie (non si può volere ciò che si vuole).

Siamo obbligati a scegliere, e non possiamo non scegliere, se non su qualche raro dilemma.

Ogni scelta, anche la scelta di non scegliere, produce delle conseguenze. Anche la continuità senza variazioni di una situazione è una conseguenza prodotta da certe scelte.

Il modo in cui un umano sceglie (consciamente o inconsciamente, volontariamente o involontariamente) è determinato dalla propria costituzione fisica e mentale (che include propria memoria) e dalle informazioni che il suo corpo (che include la mente) riceve dall’esterno al momento della scelta e che circolano al suo interno.

Ogni umano è dunque schiavo della propria costituzione e dei propri meccanismi di scelta, ma ha dei poteri, come ogni schiavo. D’altra parte, il poter scegliere e il poter fare ciò che si è scelto di fare non implica che la scelta sia libera.

Molti ritengono che una scelta non è libera solo se è determinata da fattori esterni alla persona, ma occorre considerare che vi sono fattori decisionali interni alla persona, che non fanno parte dell’io, e che quindi sono esterni rispetto ad esso. Principalmente si tratta di fattori emotivi, e le emozioni sono involontarie.

Paradossalmente, la consapevolezza della propria schiavitù esistenziale (siamo tutti schiavi di noi stessi e del nostro ambiente) può aiutare a fare scelte migliori per soddisfare i propri bisogni, dei quali siamo anche schiavi.

Insomma, siamo schiavi dei nostri bisogni e dei nostri meccanismi di soddisfazione dei bisogni stessi.

Una delle scelte più importanti che facciamo continuamente riguarda quali bisogni soddisfare e quando soddisfarli, e quali bisogni non soddisfare.

Infatti, per soddisfare certi bisogni dobbiamo rinunciare a soddisfarne certi altri, per cui i bisogni sono organizzati gerarchicamente e strumentalmente (nel senso che ogni bisogno, se soddisfatto, può facilitare la soddisfazione di altri bisogni).

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