A mio parere, augurare “buon Natale”, “buona Epifania” ecc. nella maggior parte dei casi non ha nulla a che vedere con la nascita di Gesù, né con l'”epifania del Signore”, che sono solo dei pretesti per certe sincronizzazioni convenzionali.
Lo scambio di auguri consisterebbe piuttosto nello scambio di messaggi il cui contenuto potrebbe essere qualcosa come: “Ehi tu, ti ricordo che io esisto, ti informo che sto pensando a te e ti confermo che tra te e me c’è una certa relazione per me buona e importante, che io desidero mantenere. Spero che sia buona e importante anche per te, e mi farebbe piacere ricevere una conferma, un segnale, in tal senso, anche un semplice ‘altrettanto’”.
Se questo fosse il vero significato degli auguri, perché scambiarli solo in occasione di feste religiose? Tra l’altro, questo mette gli atei a disagio. Non potremmo dire esplicitamente, direttamente e spontaneamente agli interessati quanto sono importanti per noi senza aspettare il momento convenzionale per farlo? Oltretutto fare qualcosa per tradizione è come obbedire ad un obbligo e pone dubbi sulla sincerità e la “cordialità” (nel senso del cuore) del messaggio.
Per concludere, io credo che lo scambio di auguri sia semplicemente un rituale di appartenenza sociale, celebrato per abitudine anche quando la comunità a cui si conferma di appartenere è illusoria, immaginaria e non corrisponde a nessuna comunità reale. In altre parole, mi sembra che lo scambio di auguri sia una cosa che si fa soltanto perché si è sempre fatta nel nostro ambiente sociale.