Blog di Bruno Cancellieri (parte 1)
 
Sulla crisi migratoria

Sulla crisi migratoria

Quasi nessuno, in Europa, si preoccupa né si scandalizza se milioni di persone muoiono ogni anno di fame in Africa, ma molti si scandalizzano e si indignano se qualche migliaio di essi muoiono affogati nel Mediterraneo o vivano in condizioni disumane in centri di accoglienza o in clandestinità. È come se il valore di una vita umana dipendesse dalla distanza alla quale essa viene vissuta o persa.

A causa della desertificazione, delle guerre, delle dittature e delle crisi economiche, decine di milioni di persone tenteranno nei prossimi anni di emigrare a qualsiasi costo verso l’Europa per sfuggire ad una morte violenta o di stenti. Accoglierne solo qualche migliaio, come alcuni paesi europei stanno facendo, è come affrontare una inondazione con un cucchiaio, ma permette a qualcuno di sentirsi altruista.

Si tratta di un problema planetario che non può essere affrontato né risolto a livello nazionale, ma sovranazionale, tuttavia non esistono ancora strutture sovranazionali dotate di sovranità superiore a quelle nazionali.

Io non ho una soluzione da proporre, ma mi sembra che il problema sia stato finora affrontato senza tener conto della sua reale dimensione e complessità, e con la sola preoccupazione di nascondere il nostro naturale egoismo. Per ora stiamo infatti cercando di rendere la migrazione più difficile e rischiosa possibile, in modo che le inevitabili morti avvengano più lontano possibile dai nostri paesi.

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