Dal vocabolario Treccani: “Meritocrazia: concezione della società in base alla quale le responsabilità direttive, e specialmente le cariche pubbliche, dovrebbero essere affidate ai più meritevoli, ossia a coloro che mostrano di possedere in maggior misura intelligenza e capacità naturali, oltreché di impegnarsi nello studio e nel lavoro; … [per alcuni si tratta di una] valida alternativa sia alle possibili degenerazioni dell’egualitarismo sia alla diffusione di sistemi clientelari nell’assegnazione dei posti di responsabilità.”
A mio parere il concetto di meritocrazia comporta una serie di problemi, tra cui i seguenti:
- è giusto che le responsabilità direttive nelle organizzazioni siano affidate a persone più meritevoli e non in base all’anzianità, al caso o ad altri criteri?
- è possibile stabilire con certezza i meriti comparativi delle persone o dobbiamo pensare che tutte le persone siano egualmente meritevoli?
- quali dovrebbero essere gli ambiti delle valutazioni meritocratiche? (intelligenza, onestà, comprensione, simpatia ecc.)
- quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere un responsabile direttivo?
- chi può stabilire i meriti delle persone?
A mio parere non si può parlare di merito in generale, ma solo di merito rispetto ad un certo scopo e a un certo contesto organizzativo, nel senso che uno può essere più meritevole in un certo tipo di organizzazione o funzione, e meno meritevole in altri.
Detto ciò, la valutazione difficilmente può essere oggettiva, per cui ogni dirigente è responsabile di valutare i meriti delle persone ad esso subordinate già assunte o da assumere.
Resta il fatto che ci saranno sempre divergenze di opinione sul merito delle persone. Basta considerare le opinioni dei votanti riguardo ai vari politici, oppure il fatto che spesso l’auto-valutazione del merito non corrisponde con quella fatta dal proprio superiore gerarchico.
In ogni caso è sempre meglio la meritocrazia (quantunque imperfetta) che l’assegnazione di posti di responsabilità sulla base delle amicizie o delle alleanze politiche.
Concludo con un mio aforisma: I meno meritevoli temono la meritocrazia.