La libertà consiste nella possibilità di scegliere, e la sua estensione dipende dalla quantità e dalla qualità delle opzioni tra cui scegliere. La libertà di un agente è dunque sempre limitata dalle opzioni a sua disposizione, che sono sempre finite e limitate.
Un essere umano è un agente (nel senso che agisce) in grado di fare delle scelte, specialmente per quanto riguarda le persone e le cose con cui interagire, e i modi in cui interagire. Tali scelte vengono effettuate secondo criteri e logiche di cui il soggetto è più o meno consapevole, e che sono più o meno note alla psicologia e alle neuroscienze.
A prescindere dai criteri e dalle logiche con cui un essere umano fa le sue scelte, è importante considerare i problemi legati alla sua libertà di scegliere le persone con cui interagire e i modi in cui farlo, e le conseguenze di tale libertà. Chiamerò tale scelta “selezione sociale”.
Infatti noi umani siamo interdipendenti, nel senso che abbiamo un assoluto bisogno di interagire e collaborare con altri umani per sopravvivere e per soddisfare i nostri bisogni primari. In tal senso, ogni umano ha un doppio ruolo, quello di “scegliente” e quello di “scelto”.
In quanto “scegliente”, non c’è alcuna garanzia, per una persona, di ottenere il consenso di quelle da essa scelte, a interagire con essa.
In quanto aspirante “scelto”, non c’è alcuna garanzia, per una persona, di essere scelta per una certa interazione da essa desiderata.
Questa mancanza di garanzie e di certezze sulla possibilità di interagire con le persone con cui si desidera interagire, e nei modi in cui si desidera interagire, è per molti causa di ansia, frustrazioni, sofferenze e infelicità.
Noi umani spendiamo perciò gran parte delle nostre energie fisiche e mentali per aumentare la probabilità di essere scelti come partner di interazioni da noi desiderate, e per aumentare la probabilità che le persone da noi scelte per certi tipi di interazione acconsentano a interagire come da noi proposto.
A tale scopo noi umani cerchiamo di essere più “allettanti” o “promettenti” possibile, esteticamente, intellettualmente, moralmente, politicamente, economicamente ecc. A tale scopo entriamo in competizione ognuno con tutti gli altri per essere preferiti sia come “sceglienti” che come “scelti”.
Questa problematica mi sembra non avere soluzione né rimedi. Direi che è la causa principale dei mali dell’umanità.