Sulla selezione sociale

Sulla selezione sociale

Una cosa delle cose che più ci dividono è, a mio avviso, l’istinto, e la libertà, di selezione sociale, per cui è «naturale» che ogni individuo selezioni le persone con cui interagire e con cui stabilire relazioni, nel senso di scegliere le persone ritenute più vantaggiose, più attraente, più promettenti, o, semplicemente, più adeguate alla propria personalità e al proprio status.

A causa di tale selezione si crea una barriera tra il selezionatore e i non selezionati, ovvero i “rifiutati”.

La faccenda è complicata per il fatto che la selezione (o il rifiuto) potrebbero non essere simmetrici, allorché tra due persone A e B, A sceglie B, ma B rifiuta A. 

Inoltre, selezione e rifiuto possono essere reali o presunti, nel senso che una persona potrebbe sentirsi erroneamente rifiutata da un’altra anche quando il rifiuto non sussiste. La barriera più grande si ha quando tra due persone ciascuna si sente rifiutata dall’altra.

Selezione e rifiuto possono essere causati e/o accompagnati da giudizi morali o intellettuali. Ogni umano teme naturalmente di essere socialmente rifiutato. Per questo motivo molti hanno paura di essere giudicati, e, di conseguenza, considerano il giudicare un esercizio pericoloso e ingiusto, da evitare se possibile.

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