Chi pubblicamente esprime idee non convenzionali, o si comporta in modi non convenzionali, si pone, volente o nolente, in una posizione critica e potenzialmente conflittuale verso gli altri.
È come se dicesse: io so cose che voi non sapete e che è importante e doveroso sapere; oppure, io faccio cose che voi non fate e che è importante e doveroso fare: sono quindi superiore a voi intellettualmente e moralmente.
Così, almeno, il suo dire e il suo agire vengono interpretati dalle persone “convenzionali”, ovvero dai conformisti.
Di conseguenza, per i più, la persona non convenzionale è percepita, consciamente o inconsciamente, come arrogante, concorrente, minacciosa, ed è perciò odiata, disprezzata, contrastata, evitata, temuta.
purtroppo è spesso vero…forse dipende anche dalla forma e maniera di come ci si esprime…
Certo, più uno è assertivo, maggiore la percezione di arroganza. Dovremmo per questo evitare di essere troppo assertivi?
Questo riguarda solo me. Credo di aver dimostrato logicamente Dio, ma le persone non accettano questa prova nelle conversazioni private perché credono che la persona media non possa sapere qualcosa che la “scienza” non conosce, e rifiutano le argomentazioni indipendentemente dalla loro correttezza. A causa di questa resistenza, è difficile per me restare fedele alle mie opinioni, mi sento costantemente come se fossi solo una persona testarda e gli altri lo sanno meglio