Io penso che dovremmo considerare che l’IA è molto giovane e in continua evoluzione, per cui potrebbe rivelarci altre sorprese nei prossimi anni o mesi, in quanto è programmata e alimentata per migliorare continuamente e per correggere i propri errori (cosa che pochi umani fanno).
Un altro fatto da considerare è che molti umani funzionano proprio come l’IA (ma peggio), ovvero rispondono alla domande (proprie e altrui) attingendo al proprio “database” di informazioni memorizzato nel cervello. Se in questo database ci sono informazioni errate o insufficienti, la risposta sarà errata o insufficiente. Quello che esce da un umano dipende molto da quello che vi è entrato prima e che spesso si cristallizza in un imprinting difficilmente modificabile (a differenza dell’IA, il cui contenuto è facilmente modificabile). La stessa facoltà di giudizio critico cognitivo ed emotivo dipende dai dati memorizzati nel cervello riguardanti le modalità del giudizio stesso.