Il valore di un essere umano è assoluto nel senso che tutti gli esseri umani hanno gli stessi diritti, sanciti dalla dichiarazione dell’ONU del 10/12/1948. Tuttavia possiamo, e dovremmo, parlare di un valore individuale relativo, diverso a seconda delle persone particolari a cui si riferisce e degli obiettivi delle relazioni stesse.
E’ ciò che io chiamo valore pragmatico, o valenza, ovvero il valore relativo ai fatti concreti di cui una persona può essere soggetto e/o oggetto. Considerato che la soddisfazione dei bisogni umani è, secondo me, la misura di ogni valore umano, ho definito i seguenti concetti.
La valenza individuale di una persona A relativamente a una persona B consiste nella disponibilità e capacità di A di soddisfare i bisogni (desideri, pulsioni, motivazioni, interessi, aspirazioni ecc.) di B.
La valenza sociale di una “cosa” (oggetto, proprietà, rito, procedimento, tipo di comportamento, conoscenza, opinione ecc.) relativamente ad una comunità, corrisponde al credito di accettazione che esso conferisce ad una persona che possiede o pratica la cosa, riconosciuto dai membri della comunità stessa.
Il credito di accettazione ottenuto da una persona rispetto ad una certa comunità comportandosi in un certo modo è una misura della dignità sociale acquisita dalla persona stessa relativamente all’appartenenza a quella comunità. In altre parole, una persona che, comportandosi in un certo modo, ha acquistato un certo credito di accettazione rispetto ad una certa comunità, può sperare di essere accettato da quella comunità in misura corrispondente al credito stesso.
Il debito di accettazione è un credito di accettazione negativo, corrispondente all’indegnità sociale acquisita dalla persona relativamente all’appartenenza ad una certa comunità. Il debito di accettazione comporta sensi di colpa più o meno consci o inconsci, e può ridursi fino ad estinguersi attraverso comportamenti tali da ottenere crediti di accettazione tali da compensare e superare il debito acquisito.