Sul giudizio morale

Sul giudizio morale

Il Vangelo recita: «Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato» (Luca 6,37).

Secondo me questa citazione ha un’importanza capitale per gli effetti nocivi che può avere nelle menti delle persone.

Prima di tutto ci vedo una totale ipocrisia, dal momento che la chiesa si arroga il diritto di giudicare tutto e tutti, e pretende che i suoi fedeli adottino i giudizi di madre chiesa su cosa sia morale e cosa immorale. Questa contraddizione, a mio avviso, contribuisce notevolmente alla generale schizofrenia del pensiero cristiano.

In secondo luogo, l’astensione dal giudizio morale, se praticata realmente, condurrebbe all’annullamento di ogni morale, dato che qualsiasi morale si fonda sul giudizio, in quanto definisce i criteri per emettere giudizi morali. Infatti, se non giudico gli altri, perché dovrei giudicare me stesso? Sarebbe assurdo permettere agli altri qualsiasi immoralità e non concederla a se stessi.

In terzo luogo, la citazione è ingannevole dove dice che per non essere condannati basta non condannare, e che per essere perdonati basta perdonare. È una pia illusione che conduce a comportamente ingenui e pericolosi per il bene comune.

L’unica cosa buona che trovo in questa citazione è il fatto che essa denota l’interdipendenza dei giudizi morali, che io spiego con il seguente aforisma:

“Il modo in cui giudico dipende al modo in cui sono giudicato, e il modo in cui sono giudicato dipende dal modo in cui giudico.”

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