Da giovane ero un perfezionista, specialmente nel lavoro. Poi ho cominciato a capire che “il meglio è nemico del bene”, e la svolta è arrivata con la lettura di Peter Drucker, con la sua massima “Doing the right thing is more important than doing the thing right”. La cosa ha avuto e continua ad avere una portata esistenziale, e così ho cominciato ad apprezzare la libertà dalla perfezione in tutte le cose. Infatti la perfezione è una forma di tirannia.
D’altra parte la perfezione è utile, anzi indispensabile, ma solo come riferimento teorico. Cercare di raggiungerla al 100% è una pazzia e un inutile dispendio di risorse. In moltissimi casi vale la regola del 20-80: con il 20% di sforzo si ottiene l’80% del risultato, con il restante 80% di sforzo si ottiene (forse) il restante 20% del risultato.
