Negli anni sessanta e settanta si parlava molto di “alienazione” e “incomunicabilità”, non solo negli ambienti intellettuali, ma anche in quelli popolari. Non era raro, infatti, sentire quei termini perfino nelle trasmissioni televisive di maggiore ascolto. Poi, con il fallimento dell’ondata rivoluzionaria sessantottina, essi sono andati in disuso e oggi sono totalmente assenti dal linguaggio corrente. Forse perché le persone sono mediamente meno alienate e comunicano meglio rispetto a prima? Ovviamente no. Il fatto è che si è sviluppata sempre più la tendenza a “far finta di essere sani” (come dice il titolo di una famosa canzone di Giorgio Gaber, del 1973) che ha avuto come effetto principale la negazione dell’alienazione e dell’incomunicabilità. Col risultato che oggi, non solo siamo ancora più alienati e incapaci di comunicare rispetto agli anni 70, ma non ce ne rendiamo nemmeno conto o abbiamo paura di ammetterlo perfino a noi stessi. Per questo è sempre più difficile guarire da quei mali.