Chi desidera cambiare se stesso? Perché uno dovrebbe voler cambiare e in cosa? Cambiare il proprio corpo? La propria mente? Il corpo si può cambiare, entro certi limiti molto ristretti, attraverso una dieta, una ginnastica, uno stile di vita particolare. E la mente? Cosa possiamo cambiare nella nostra mente? Aumentare le nostre capacità? Imparare qualcosa? Certo questo è possibile e normalmente utile.
Ma c’è un’altra cosa che potrebbe essere molto utile cambiare: la nostra “mappa cognitivo-emotiva”, cioè le particolari associazioni tra idee ed emozioni, che si sono formate in noi nel corso delle nostre esperienze sin dalla nascita. Queste associazioni sono più o meno diverse da persona a persona e in certi casi possiamo dire che sono sconvenienti, malate, sbagliate al fine di una vita soddisfacente.
Per migliorare la propria mappa cognitivo-emotiva occorre prima di tutto riconoscere le associazioni “sbagliate”, cosa molto difficile senza l’aiuto di uno psicoterapeuta. Ammesso che ci si riesca, ancor più difficile è modificare le associazioni stesse, cioè associare un’emozione positiva ad un’idea a cui era associata un’emozione negativa o nessuna emozione, oppure associare un’emozione negativa, o nessuna emozione, ad un’idea a cui era associata un’emozione positiva. Anche per attuare questa “rimappatura” delle associazioni emotive sbagliate l’intervento di uno psicoterapeuta può essere indispensabile.
E’ l’empatia tra paziente e terapeuta che può, poco a poco, modificare la mappa cognitivo-emotiva del paziente. Infatti, in qualche modo, durante la psicoterapia, il paziente si fa influenzare, per empatia, dalla mappa cognitivo-emotiva del terapeuta, ammesso che essa sia più sana della propria.
Vedi anche Teoria della mappa cognitivo-emotiva, Struttura e funzionamento della psiche. Valenze emotive e libero arbitrio.