Quando siamo davanti ad un altro essere umano siamo incapaci di ragionare freddamente. E’ come se vedessimo un essere sacro e incantatore. Siamo presi dall’illusione di essere simili nei sentimenti e nelle conoscenze, di ragionare nello stesso modo, di appartenere allo stesso organismo (l’umanità), e ci sentiamo obbligati a comportarci “come si deve” (ovvero non come decidiamo noi) da una forza profonda, sacra, involontaria.
Siamo così irretiti che non ci rendiamo conto che siamo tutti diversi e che ognuno di noi ha criteri di interazione diversi da quelli altrui, per cui non riusciamo a comunicare e interagire in modo mutuamente soddisfacente.