Chi/cosa ha paura? E di cosa?

Chi/cosa ha paura? E di cosa?

Quando una persona ha paura, «cosa», esattamente, in quella persona ha paura? Suppongo che non sia l’io, che è cosciente della paura, ma il «me», cioè la parte inconscia e involontaria del corpo, in cui la paura viene generata.

È importante separare logicamente l’io dal me. Infatti, senza tale separazione l’io crede di avere esso stesso paura, di esserne il produttore, o di “essere” la paura stessa, mentre in realtà è solo cosciente che il resto del suo corpo ha generato una paura.

Qui per paura intendo sia la paura legata ad una oggetto noto, sia l’ansia, ovvero una paura di cui non si conosce l’oggetto, né la causa.

Innanzitutto l’io dovrebbe cercare di capire perché il suo «me» ha paura, e stabilire se i motivi della paura sono giusti o sbagliati, ovvero giustificabili o ingiustificabili, accettabili o inaccettabili.

Una volta capito e valutato i motivi della paura, l’io dovrebbe decidere se venire a patti con essi, cioè gestirli, oppure semplicemente non riconoscerli come giusti o come veri. Infatti si può avere paura di cose inesistenti, ovvero di cose immaginarie o illusorie.

Prendiamo ad esempio la paura di parlare in pubblico, che può essere tanto  forte da chiamarsi panico.

Si tratta di una paura molto diffusa e reale, mentre le sue cause sono il più delle volte irreali, immaginarie.

Quale può essere la logica inconscia della paura di parlare in pubblico?

Suppongo che la logica di tale paura sia che, parlando in pubblico, ovvero con persone che non si conoscono e che non ci conoscono già, il pubblico potrebbe farsi un’idea, giusta o sbagliata, di chi siamo veramente e giudicarci di conseguenza.

Insomma, la paura di parlare in pubbico sarebbe in realta la paura di essere scoperti e giudicati male. Infatti, più si espongono aspetti della propria personalità, della propria storia, delle proprie idee, dei propri gusti, dei propria giudizi, dei propria sentimenti, più tali aspetti possono essere valutati e giudicati dagli altri.

Potremmo dunque chiamare tale paura, paura di disgustare.

Chiediamoci allora quanto sia sano aver paura di disgustare gli altri. Direi che tale paura è giustificata dal fatto che noi esseri umani siamo interdipendenti. Tuttavia è una questione di misura. La paura di disgustare gli altri è presente in ogni umano, ma con intensità diverse da persona a persona. È sano avere tale paura in quantità “moderata”, non troppa, né troppo poca, altrimenti è patologico.

Comunque, l’io dovrebbe essere consapevole di cosa gli altri si aspettano da noi, di cosa sono pronti ad apprezzare o a disprezzare in noi, e agire di conseguenza, ovvero scegliere cosa mostrare e cosa nascondere di sé, dopo aver scelto con chi interagire e con chi non interagire.

 

 

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