La vita sociale è un immenso groviglio di conflitti di interesse a tutti i livelli: individuale, familiare, professionale, corporativo, politico, economico, religioso, accademico, culturale, nazionale, internazionale, che è causa di enormi squilibri nella distribuzione dei beni, dei poteri e delle conoscenze. A causa del progresso teconologico, della globalizzazione e della finanziarizzazione dell’economia, tali squilibri tendono ad accentuarsi, soprattutto a causa della sudditanza del potere politico rispetto a quello finanziario e del fatto che computer e robot possono sostituire enormi quantità di lavoratori dando luogo a disoccupazione e riduzione di salari con conseguente diminuzione dei consumi e fallimento di industrie e attività economiche. Siamo ormai in un circolo vizioso che potrà essere arrestato solo superando i conflitti di interesse particolari in nome di un comune interesse a livello planetario: l’interesse dell’umanità. Perché questo possa avvenire è necessario che il senso di appartenenza a particolari comunità sia sostituito dal senso di appartenenza all’umanità universale, le cui caratteristiche sono da ridefinire superando le mistificazioni culturali causate nel corso della storia dai vari conflitti di interesse.