La maggior parte della gente considera l’umiltà un valore e trova simpatiche le persone umili. La persona umile è quella che non critica e non giudica nessuno in quanto non si sente all’altezza di farlo.
Il motivo principale per cui l’umiltà è così popolare e simpatica è che l’Uomo comune non tollera di essere giudicato e criticato, né direttamente né indirettamente e si sente a proprio agio con le persone umili (cioè non troppo elevate né intellettualmente né eticamente) perché non si aspetta di essere da loro criticato. Al contrario, con le persone che hanno grandi conoscenze culturali e scientifiche ed un comportamento irreprensibile, l’Uomo comune si sente a disagio perché teme, inconsciamente, di essere giudicato da loro anche quando non esprimono esplicitamente alcuna critica.
Essere criticati fa inconsciamente paura perché viene visto, nella profondità della psiche, come un rischio di espulsione dalla comunità oppure una richiesta di cambiamento della personalità, laddove la psiche tende a mantenere la propria struttura e a resistere a qualsiasi cambiamento, anche migliorativo.
Per tali motivi è molto diffusa sia la paura di essere giudicati che quella di giudicare (per non essere giudicati arroganti e non diventare antipatici), con il risultato che l’Uomo comune giudica e critica solo le persone che non appartengono alla propria comunità più stretta.
Tale sindrome costituisce un freno al miglioramento della società in quanto l’assenza di critiche fa venir meno l’incentivo a migliorare il proprio comportamento, e scoraggia il cambiamento perché cambiando comportamento si rischia di essere criticati, mentre, se il proprio comportamento non viene generalmente criticato, è più prudente continuare a fare quello che già si sfa facendo.
Per uscire da questa impasse e contribuire al miglioramento della società occorre avere il coraggio di criticare apertamente anche le persone a noi vicine quando si comportano in modo scorretto.