Suppongo che in ogni essere umano si nasconda il fantasma di un bambino più o meno frustrato, timido, vile, egoista, capriccioso, geniale, curioso, aggressivo, tenero, affettuoso, cocciuto, ignorante, bugiardo, violento, lascivo, arrogante, petulante, disobbediente, impaziente, ribelle ad ogni educazione e cambiamento, che tiranneggia il suo portatore scatenando in lui sentimenti, emozioni, paure, entusiasmi, disperazioni e pulsioni irresistibili. Un bambino con cui è impossibile ragionare e che è disposto a venire a patti solo alle sue condizioni. Per ottenere qualcosa da lui c’è un unico modo: promettergli, in cambio, di soddisfare un suo desiderio e mantenere la promessa. Ignorarlo o deluderlo è pericoloso, perché è vendicativo e capace di punire il suo portatore con sofferenze e malattie anche gravi, e di inibire la sua intelligenza.
Penso dunque che in ogni adulto ci sia un genitore (l’io cosciente, o semplicemente, l’io) e un bambino (l’inconscio, che io chiamo anche il me). Il problema è che spesso l’io ignora o punisce il bambino, non cerca di capire e soddisfare i suoi bisogni e desideri, cioè non si comporta come un buon genitore, con le conseguenze di cui sopra.
Questa mia visione è ispirata all’Analisi transazionale di Eric Berne.
Vedi anche Dimensioni della realtà e meditazione sinottica.