Il bisogno di interazione e l’interdipendenza dei bisogni

Il bisogno di interazione e l’interdipendenza dei bisogni

(Nota: per “bisogno” ‘intendo una motivazione involontaria più o meno cosciente, che può essere innata (bisogno primario) o acquisita (bisogno secondario) nel corso dell’esistenza dell’individuo; per “desiderio” intendo invece una motivazione cosciente prodotta dalla psiche sulla base delle esperienze vissute, che promettte la soddisfazione di uno o più bisogni particolari)

Perché le persone si incontrano, fanno conversazione, cercano la compagnia, insomma, interagiscono in vari modi? Perché ne sentono il bisogno. E perché ne sentono il bisogno? Perché attraverso l’interazione soddisfano altri bisogni. Quali? Possiamo ipotizzare l’esistenza di vari bisogni che vengono soddisfatti interagendo. Per esempio, quello di appartenenza, cioè il bisogno che venga riconosciuta la proptia dignità sociale, l’appartenenza ad una comune comunità dove vige una certa solidarietà. Un altro potrebbe essere quello di realizzare la propria sessualità o giocosità innata. Un altro quello di condividere le proprie convinzioni, idee, scoperte, creazioni, produzioni, innovazioni, diversità, e cercare la loro approvazione e/o il loro elogio. Un altro quello di ottenere il necessario per vivere in termini di beni, servizi e aiuto in caso di bisogno. Un altro quello di indurre gli altri a servirci, ecc.

I bisogni umani tra cui si possono distinguere quelli innati e quelli acquisiti (cioè sviluppati dopo la nascita per effetto di condizionamenti ambientali), sono interdipendenti nel senso che la soddisfazione di un bisogno facilita la soddisfazione di uno o più altri bisogni. Viceversa, certi bisogni non possono essere soddisfatti se non sono soddisfatti uno o più bisogni condizionanti o facilitanti.

Per fare alcuni esempi, noi abbiamo bisogno di respirare perché la respirazione permette di arricchire il sangue di ossigeno, di cui abbiamo bisogno per sviluppare energia muscolare, di cui abbiamo bisogno per muoverci, di cui abbiamo bisogno per procurarci il cibo, di cui abbiamo bisogno per mangiare e nutrirci, di cui abbiamo bisogno per sopravvivere e così via.

Volendo definire una gerarchia dei bisogni, possiamo dire che il bisogno di ordine più “basso”, cioè il più remoto nella filogenesi, è quello della stessa riproduzione dei geni della nostra specie. Infatti ogni gene ha un bisogno fondamentale ed essenziale, quello di riprodursi.

Allo scopo di riprodursi, i nostri geni hanno sviluppato una particolare strategia di specie che ha dato luogo alla formazione della particolare specie, “homo sapiens”. Questa strategia include il fatto che, attraverso la crescita e l’accoppiamento sessuale, da un invidivuo vengano generati altri individui che veicoleranno i propri geni, che in tal modo si riprodurranno. Affinché sia possibile ad un “homo sapiens” di crescere fino all’eta riproduttiva, di accoppiarsi e di generare altri individui, è necessario che esso sia protetto e accudito fino all’età in cui potrà accoppiarsi. Questo implica non solo che il bambini “hanno bisogno” di essere protetti e accuditi, ma anche che i genitori “hanno bisogno” di proteggere e accudire i loro piccoli.

Tutti sanno che l’uomo è un animale sociale nel senso che non è in grado di sopravvivere da solo, cioè senza l’aiuto o il contributo di altri esseri umani. Questo implica che l’individuo “ha bisogno” degli altri. Più esattamente, l’individuo “ha bisogno” di un atteggiamento cooperativo da parte degli altri, cioè che gli altri siano disposti ad aiutarlo a soddisfare i propri bisogni. In caso contrario l’individuo si aspetta di morire di stenti. Questo determina un’ansia sociale latente inconscia, per lenire la quale abbiamo costantemente bisogno di conferme da parte degli altri, che essi sono disposti ad aiutarci e a cooperare con noi in caso di bisogno. Interagire con gli altri serve soprattutto a questo, a lenire la nostra ansia sociale sistematica, a rassicurarci non una volta per tutte, ma ogni giorno.

I desideri implicano la convinzione inconscia che, raggiungendo l’oggetto del desiderio, si ottenga automaticamente la soddisfazione di uno o più bisogni correlati con l’oggetto stesso. Ci sono una grande quantità di desideri di possesso di beni materiali o di posizioni sociali che implicano la convinzione che, ottenendo quello che si desidera, si otterrà automaticamente una sufficiente disponibilità, da parte degli altri, ad aiutarci, servirci o cooperare con noi per soddisfare i nostri bisogni. Il mondo della pubblicità conosce molto bene e sfrutta questo fenomeno per indurre nel pubblico il desiderio di acquistare certi prodotti o servizi.

Non solo la pubblicità, ma anche la cultura, la religione, la scuola, certi insegnamenti tradizionali, cercano di inculcare nell’individuo desideri nei confronti di certi modi di essere e di certi riconoscimenti da parte di certe autorità. A volte, però, il raggiungimento di quanto desiderato lascia l’individuo insoddisfatto, o addirittura più frustrato di prima, quando c’era almeno l’illusione di una futura soddisfazione. Chiamiamo “alienati” quei desideri che non conducono ad alcuna soddisfazione di bisogni “naturali” o “primari”.

Come liberarsi dei desideri alienati? Riflettendo su tutti i nostri desideri, cercando di capire quali sono i bisogni che i vari desideri promettono di soddisfare e se, alla luce di un esame razionale, sia credibile che il raggiungimento degli oggetti del desiderio comporti realmente la soddisfazione di bisogni “sani”. Tale riflessione deve infatti anche comprendere l’analisi critica dei propri bisogni, per capire se si tratta di bisogni primari, cioè innati e naturali, oppure bisogni secondari acquisiti sulla base di esperienze, e che potrebbero essere essi stessi più o meno sani o alienati.

Per concludere, dato che i bisogni sono inconsci e i desideri consci, se si scopre di avere dei desideri alienati, occorrerebbe cercare di superarli o correggerli mediante uno sforzo di volontà e un autoconvincimento, se invece si scopre di avere bisogni alienati, per correggerli o eliminarli potrebbe essere necessaria una psicoterapia.

Vedi anche Di cosa l’uomo ha veramente bisogno? (di Luigi Anepeta)

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