Ieri sera, su un canale TV tedesco, ho assistito ad un documentario su quello che accadeva nei campi di concentramento nazisti poco prima della fine della caduta del regime. Premesso che trovo lodevole il fatto che in Germania ancora oggi si diffondano certe informazioni nonostante gettino una luce sinistra sul loro popolo, quello che osservo è che la cosa più terribile avvenuta in quel momento storico non è il numero enorme di persone uccise dai nazisti, ma le torture, gli stenti e le umiliazioni che gli sfortunati hanno dovuto subire prima di essere uccisi o lasciati morire, e che per alcuni sono durate anni, oltre al piacere dimostrato da zelanti soldati e funzionari nel provocare le sofferenze delle persone condannate dal regime. E’ bene ricordare che queste cose possono ripetersi in qualunque popolo e in qualunque momento, perché, come numerosi esperimenti di psicologia sociale hanno dimostrato, un essere umano, sotto la copertura responsabile di un’autorità morale, politica o tecnica superiore, è capace delle peggiori mostruosità e atrocità senza provare il minimo disagio, anzi, provandone in molti casi piacere.