Il sacro e la follia

Il sacro e la follia

A mio parere, tra sacro e follia il passo è breve. Ad esempio, se Cristo non era davvero il figlio di Dio, allora potremmo dire che era uno psicopatico, come si direbbe per qualunque persona convinta di essere stata inviata da Dio per salvare il mondo.

E che dire dei cristiani? Se il Dio della Bibbia non è mai esistito, sono tutti folli coloro che credono in Lui? È follia credere in cose inesistenti? In effetti lo psicopatico vede cose che il sano di mente non vede, ma è vero anche il contrario, cioè che il sano di mente vede cose che lo psicopatico non vede.

Ritengo a questo punto necessario distinguere due tipi di credenza (o “visione”): quella dovuta ad un insegnamento o educazione, e quella creativa, cioè concepita autonomamente da un individuo. Tuttavia nella seconda c’è sempre qualcosa della prima. Infatti il Cristo non avrebbe mai pensato di essere il Messia se non fosse stato indottrinato a credere in quanto scritto in quel testo che oggi chiamiamo il Vecchio Testamento.

Ne consegue, a mio avviso, che tutti quelli che credono in cose insistenti sono tanto più folli quanto la loro credenza è originale e creativa, cioè non appresa.

Comunque la follia non riguarda solo le credenze religiose, ma anche altri aspetti del funzionamento della mente che hanno a che fare con la logica e la razionalità, e la psicopatia non è oggettivamente diagnosticabile, anche perché nessuno accetta facilmente di essere considerato, nemmeno un po’,  malato di mente.

Infatti la storia abbonda di casi di psicopatici considerati sani di mente e di sani di mente considerati psicopatici. Del resto non mancano autori, come ad esempio Erich Fromm, che considerano la nostra società generalmente psicopatica.

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