Intervista sull’autismo

Intervista sull’autismo

Francesco Barale: intervista sull’autismo

Un buon articolo che secondo me ogni psicoanalista dovrebbe leggere con attenzione per poi, se necessario, fare un esame di coscienza non solo sull’autismo, ma su tutte le problematiche che hanno a che fare con l’interconnessione tra il neurobiologico e lo psichico. Ho estratto due citazioni significative a tale riguardo:

“La mia impressione è che, salvo lodevoli eccezioni, in ambito psicoanalitico riesca a filtrare in genere solo quella piccola parte di informazioni [sulla neurobiologia, n.d.r.] che viene sentita come più o meno compatibile con gli assunti di fondo della tradizione psicoanalitica stessa. Quel poco che filtra viene poi troppo spesso rapidamente “assimilato” e re-interpretato (talvolta anche in modi un po’ fantasiosi) per renderlo coerente con le idee tradizionali. Il resto rimane fuori, automaticamente ignorato; con risultati talvolta sconcertanti. Ad esempio: l’ipotesi di una disfunzione dei sistemi dei neuroni specchio (tema di indubbio interesse nell’ambito dell’autismo, ma anche all’origine di molteplici controversie) e, più recentemente, di una disfunzione delle strutture soggiacenti a quelle che D. Stern aveva chiamato “vitality forms”, è stata reinterpretata tout court come conseguenza e correlato di un difettoso ‘rispecchiamento materno’.”

“Domanda: Ritieni che le raccomandazioni a favore di una psicoanalisi “cauta e autocritica”, capace di rinunciare alle sue pretese “imperiali” possano essere valide anche al di là della questione-autismo? In altre parole, ritieni che la vicenda dell’autismo sia paradigmatica di un ritardo più generale dello sviluppo della nostra disciplina, che potrà meglio dialogare con le altre discipline che si occupano del mentale a condizione che si occupi soprattutto del come si costruiscono e si organizzano le storie delle persone piuttosto che del perché si sono organizzate in un certo modo?
Risposta: Si. Il caso dell’autismo è davvero paradigmatico per tutte le questioni a cui accenni. Diciamo che è un caso particolarmente clamoroso, ma le questioni generali che pone sono proprio quelle che indichi.”

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