A mio parere, una delle leggi fondamentali che regolano l’attività dell’inconscio è quella che io chiamo la “legge del gradimento”. Infatti suppongo che una motivazione fondamentale, conscia o inconscia, di ogni umano sia quella di essere graditi ad una certo numero di altri umani, Ciò è dovuto al semplice fatto che, in mancanza di tale gradimento, è difficile per un individuo ottenere dagli altri la cooperazione indispensabile per sopravvivere e per soddisfare i propri bisogni.
Col termine “gradire” io intendo una gamma di disposizioni cognitive ed emotive di diversa qualità e intensità, che includono amare, piacere, approvare, stimare, rispettare, provare simpatia, fascino, affinità, solidarietà, fiducia, interesse, curiosità ecc. nei confronti di una persona.
Tuttavia, essere graditi agli altri non è facile, e a volte è impossibile, per vari motivi, e questa difficoltà o impossibilità è a mio avviso una delle maggiori cause d’infelicità per tutti gli esseri umani.
Essere graditi è difficile in primo luogo perché per ottenere il gradimento di una certa persona, uno deve corrispondere alle aspettative, agli ideali e ai valori di quella persona. In poche parole, uno deve essere come l’altro lo vuole.
Ovviamente ci può essere una discrepanza più o meno grande tra il tipo di persona desiderata dall’altro è il tipo di persona che si è. Quando tale discrepanza diventa rilevante, uno può essere tentato di cambiare la propria personalità per adattarla al tipo richiesto, ma questo adattamento può essere praticamente impossibile, o avere un costo che non vale la pena di pagare.
In secondo luogo, essere graditi è difficile per ragioni di competizione. Infatti, un umano può cooperare con un numero limitato di altri umani, e si trova perciò a scegliere con chi entrare in una relazione cooperativa. La scelta delle persone con cui relazionarsi non è casuale, ma normalmente selettiva, nel senso che si scelgono, consciamente o inconsciamente, le persone che maggiormente corrispondono ai propri tipi ideali. Di conseguenza, può sempre succedere, date due persone che si gradiscono reciprocamente, che ne sopraggiunga una terza che risulti maggiormente gradita, e quindi preferibile, per una di esse. Ne consegue spesso che il rapporto iniziale sia sostituito da uno nuovo stabilito con la persona sopraggiunta. In tal caso può nascere una competizione tra due persone per ottenere il maggior gradimento da parte della terza, competizione che termina normalmente con l’esclusione del perdente.
Inoltre può succedere che il gradimento tra due persone A e B non sia reciproco. Cioè che A sia gradito a B, ma B non sia gradito ad A. Ovviamente, in assenza di reciprocità di gradimento, una relazione è impossibile oppure dura poco.
A fronte delle difficoltà sopra descritte, la mente conscia, e ancor più quella inconscia, di ogni umano sono continuamente occupate nel cercare di stabilire cosa convenga fare e cosa convenga non fare per ottenere il maggior gradimento possibile dal maggior numero possibile di persone al minor costo possibile in termini di necessità di sacrificare parte della propria natura e/o dei propri beni.
C’è inoltre la necessità di stabilire quale sia il numero sufficiente di persone da cui essere graditi, numero che comunque non può essere inferiore a uno. Tuttavia si può decidere di prendere una posizione sgradita a tutte le persone conosciute nella speranza di essere graditi da qualcuno che ancora non si è incontrato. Allo stesso tempo è necessario stabilire i tipi di persone dalle quali cercare di esere graditi.
Un’altra costante occupazione della mente umana consiste nello stabilire il limite entro il quale è tollerabile e conveniente adattarsi ai desideri e alle aspettative di un’altro, e oltre quale limite tale adattamento è intollerabile o non conveniente.
Per concludere, credo che nessun umano possa sfuggire alla legge del gradimento sopra descritta, e che perciò ci convenga obbedire ad essa in modo consapevole, intelligente e razionale.