Cominciamo col definire il significato dei termini “norme sociali” e “insicurezza”.
Cito dall’articolo di Wikipedia intitolato “Norma (scienze sociali)”:
“La norma sociale è una regola esplicita o implicita concernente la condotta dei membri di una società: oggetto di studio dell’antropologia, della psicologia sociale e della sociologia, le norme sociali prescrivono come devono comportarsi gli individui e gruppi sociali in determinate situazioni.”
“In virtù della loro dimensione prescrittiva, le norme rappresentano il sistema di aspettative che il gruppo ha rispetto a coloro che ne fanno parte.”
Fine delle citazioni sulle norme sociali.
Per quanto riguarda il concetto di “insicurezza”, il vocabolario Treccani lo definisce come “mancanza di sicurezza; usato per indicare lo stato di perplessità, d’incertezza del presente e del futuro determinato da particolari condizioni politiche o sociali, o da una condizione psichica di sfiducia, di esitazione, di smarrimento.”
Nel presente incontro dovremmo soprattutto esaminare il rapporto tra norme sociali e insicurezza, vale a dire in che modo le norme sociali in generale, o certe particolari norme sociali, sono causa di insicurezza in certi individui, e, viceversa, in che modo le norme sociali possono essere uno strumento per superare l’insicurezza, cioè per dare sicurezza alle persone che le adottano.
A tale scopo ho individuato le seguenti parole chiave: comportamento, socializzazione, tradizione, consuetudine, convenzione, costume, etichetta, usanza, rituale, valori, devianza, educazione, libertà, costrizione, obblighi, divieti, controllo, conformità, conformismo, moralità, moda, regolazione, influencer, negoziazione, incertezza, angoscia, paura, timore, dubbio, ansia, esitazione, timidezza, panico, depressione, dipendenza, autostima, appartenenza sociale, inferiorità, superiorità, differenze, approvazione, disapprovazione, disprezzo, riconoscimento, critica, giudizio, esame, inadeguatezza, incapacità, perfezionismo, diffidenza, rifiuto, autenticità, maschera, adattamento.
Per stimolare la discussione vi suggerisco di rispondere a qualcuna delle domande seguenti:
- La dipendenza dell’individuo dalle norme sociali è una condizione innata (geneticamente determinata) o acquisita?
- Sentirsi non conformi o inadeguati rispetto alle norme sociali genera automaticamente insicurezza?
- È possibile vivere serenamente senza seguire le norme sociali?
- In quale misura le norme sociali favoriscono e in quale misura ostacolano il progresso civile?
- Due persone possono interagire in sicurezza senza rispettare le norme sociali, negoziando essi stessi le regole da seguire?
- È possibile criticare le norme sociali senza passare per arroganti, misantropi o asociali?
- Quali sono i requisiti per un sufficiente grado di autostima?
- Chi è veramente anticonformista?
- Una società può fare a meno di norme sociali?
- Un individuo può permettersi di non rispettare le norme sociali?
- È possibile conciliare indipendenza di pensiero e libertà di comportamento con il rispetto delle norme sociali?
Concludo con alcune citazioni:
“Non è un segno di buona salute mentale essere bene adattati ad una società malata.” [Jiddu Krishnamurti]
“È prova di una mente semplice e molto primitiva che uno desideri di pensare come le masse o la maggioranza, semplicemente perché la maggioranza è maggioranza. La verità non cambia perché è, o non è, creduta dalla maggioranza delle persone.” [Giordano Bruno]
“Se pensi come la maggioranza, il tuo pensiero diventa superfluo.” [Paul Valéry]
“La gente tende a parlare di ciò di cui parla la gente.” [Piero Scaruffi]
“Quando tutti pensano nella stessa maniera, allora nessuno pensa veramente.” [Walter Lippmann]
“Niente produce un effetto simile a quello di un buon luogo comune: ci rende tutti uguali.” [Oscar Wilde]
“Essere indipendenti dalla opinione pubblica è la prima condizione formale per realizzare qualcosa di grande.” [Friedrich Hegel]
“A un conformismo segue un altro conformismo.” [Edgar Morin]
“Si rovina un ragazzino nel modo più sicuro, se gli si insegna a considerare il “pensare allo stesso modo” più alto del “pensare in un altro modo.“ [Friedrich Nietzsche]