Il comportamento di un sistema (vivente o non vivente) dipende dalla sua costituzione e dalla sua struttura fisico-logica, cioè dal suo hardware, dal suo software, e dai modi in cui tali dimensioni si compongono, si combinano e interagiscono.
Per hardware intendo la dimensione materiale del sistema, costituita da masse (incluse, negli esseri viventi, sostanze chimiche organiche) ed energie, capaci di combinarsi e di trasformarsi le une nelle altre.
Per software intendo la dimensione immateriale del sistema, costituita da informazioni e logiche, cioè programmi, che possono innescare trasformazioni e movimenti di energie e di masse all’interno e all’esterno del sistema.
Per interazione intendo un cambiamento, cioè una differenza, nell’hardware e/o nel software, nello spazio e nel tempo, come il trasferimento o la trasformazione di masse, energie, composizioni chimiche o informazioni all’interno o all’esterno del sistema.
Il software non può sussistere senza un hardware in cui essere memorizzato e dal quale essere trasmesso ad altri hardware (interni o esterni al sistema).
Il funzionamento di un sistema dipende dalle caratteristiche (qualitative e quantitative) dei suoi componenti e dalla sua resilienza in caso di errori, mancanze, incidenti o mutazioni rispetto a certe norme strutturali. Tali norme definiscono la natura, le funzioni e le modalità di interazione del sistema, ovvero la sua ragion d’essere.
L’uomo, in quanto essere vivente, è un sistema composto a sua volta da sistemi di ordine inferiore (cioè organi, a vari livelli fino alla cellula) e interagisce con altri sistemi esterni da cui dipendono la sua vita e il suo benessere.
Credo che questo debba essere il quadro di riferimento scientifico e filosofico da cui partire per comprendere la natura umana in tutte le sue manifestazioni: fisiologiche, psicologiche, culturali, economiche, storiche ecc.. E’ un paradigma cibernetico-ecologico, ispirato al pensiero di Gregory Bateson.