Qualsiasi “copione di vita” (Berne docet) o atteggiamento tipico o consolidato è codificato, ovvero scritto, in qualche modo e da qualche parte che non sappiamo e che non è indispensabile sapere. Dovremmo allora chiederci quando la codifica è avvenuta e se essa è suscettibile di cambiamento e in quale misura. In altre parole, se tale codifica è fissa e invariabile, oppure modificabile o adattabile.
Ebbene, io credo, rifacendomi all’ecologia della mente di G. Bateson, che i programmi biologici sono parzialmente variabili in quanto i sistemi biologici sono per definizione auto-organizzanti. Insomma stiamo parlando di programmi che, a partire dalla codifica del DNA (che è il programma iniziale), si riprogrammano continuamente durante la vita dell’individuo per meglio adattarsi all’ambente naturale e sociale.
Tuttavia tale riprogrammazione è sempre parziale e la questione è anche quale e quanta parte del programma rimane fissa e quale e quanta si modifica e cosa determina i suoi cambiamenti. Per comodità si potrebbe dire che il programma della psiche si compone di una parte invariabile e di una variabile.
La quota variabile è ovviamente diversa da persona a persona a seconda del substrato genetico e delle esperienze specifiche. Inoltre, il cambiamento non è sempre adattativo. Può anche essere disadattativo.
Ho detto altrove che “noi esseri umani siamo sistemi che interagiscono secondo bisogni, sentimenti e programmi che possiamo parzialmente conoscere e modificare” in quanto io ritengo che i sentimenti dipendono dalla soddisfazione o frustrazione dei bisogni, e i programmi (sia nella parte fissa che quella variabile) siano strategie per la soddisfazione dei bisogni stessi.