Il problema principale di un essere umano è triplice, ed è oggettivo e soggettivo al tempo stesso. È (1) la realtà oggettiva dei suoi rapporti interpersonali, (2) la propria visione soggettiva degli stessi, e (3) le differerenze tra (1) e (2).
In altre parole, il problema principale di un essere umano è la discrepanza tra i propri rapporti con gli altri in quanto persona (rapporti esterni) , e i rapporti tra la sua coscienza e il resto del suo corpo, attraverso il quale percepisce il mondo esterno (rapporti interni).
Infatti la coscienza, o io cosciente, è una parte della mente, la quale è una parte del corpo, e i rapporti del corpo con altri corpi esterni sono determinati o influenzati dai rapporti della conscienza con il resto della propria mente e del proprio corpo.
Se non distinguiamo i rapporti interpersonali dai rapporti interiori non possiamo pensare in modo efficiente al miglioramento dei nostri rapporti con gli altri.
In altre parole, la nostra felicità dipende dalla qualità dei nostri rapporti interpersonali, e questa dipende dalla qualità dei nostri rapporti interni, o interiori.
Per migliorare la propria esistenza sono dunque necessarie due analisi: quella dei rapporti esterni e quella dei rapporti interni, e il continuo confronto tra di esse.
Metaforicamente si potrebbe dire che per vivere bene l’autogoverno dovrebbe avere almeno due ministeri: quello degli affari esteri e quello degli affari interni.